
"La settimana prossima vado a Bari, a pregare San Nicola, il santo protettore della Russia, sperando che ci ascolti…". Sdrammatizza Davide Tabarelli, 62 anni, una cattedra all’università di Bologna e presidente di Nomisma Energia, fra le voci più autorevoli in Italia in fatto di energia.
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Professore, il prezzo del gas continuerà a salire?
"Sì. Nei mesi scorsi avevo detto che il prezzo si sarebbe fermato a quota cento: sono stato smentito. In assenza di scorte, il costo di un bene primario come l’energia continuerà a salire. L’unica possibilità è il calo della domanda. Vedremo che cosa succederà nei prossimi mesi, se l’Europa entrerà in recessione".
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Ci aspetta un inverno gelido?
"Prepariamoci al peggio. Magari non ci saranno interruzioni fisiche, ma molte imprese rischiano di dover mettere i lavoratori in cassa integrazione".
Siamo già in emergenza?
"Dovremmo sicuramente fare di più e parlare subito di razionamento. Speriamo di non dover ricorrere a misure estreme".
Sarebbe utile anticipare il razionamento dell’energia?
"Non serve subito un razionamento ’duro’. Tanto dipenderà dal clima, se avremo un inverno rigido. Il taglio potrebbe essere necessario fra gennaio e febbraio, quando ci sarà il picco della domanda per il riscaldamento".
E allora?
"Non ci resta che pregare che la guerra finisca. Nel frattempo prepariamoci a ridurre i consumi, attivare a più non posso le centrali a carbone, diversificare le fonti, far approdare i rigassificatori nei nostri porti. Ma sono cose che faranno sentire i loro effetti solo in primavera. Per l’inverno dovremo consumare meno e fare qualche sacrificio".
Si può fissare un prezzo massimo nazionale o bisogna in ogni caso attendere l’Ue?
"La Spagna ha già seguito questa strada: potremmo fare lo stesso per premere sull’Europa. In ogni caso, sarebbe meglio un price cap fissato da Bruxelles".
I rigassificatori sono davvero una soluzione?
"Sì. Di gas nel mondo ce n’è tanto, viene trasportato in forma liquida. Ma bisogna avere gli impianti. In Italia, l’ultimo realizzato a terra è del 1972. Altri due sono al largo. Ma c’è un altro paradosso. Abbiamo grossi giacimenti di gas che non utilizziamo. La produzione nazionale è ferma a 3 miliardi: potremmo arrivare a 5. Ma bisogna cancellare le norme dei governi giallo-verde e giallo-rosso. È assurdo portare il gas dagli Usa a qui quando lo potremmo estrarre a pochi chilometri dalla costa".
