Roma, 15 ottobre 2022 - Tensione a Roma dopo l'elezione di Ignazio La Russa a presidente del Senato. Una scritta contro il nuovo inquilino di Palazzo Madama e una stella a cinque punte sono comparse sulla serranda della sede che fu del Msi e ora di Fratelli d'Italia, nel quartiere Garbatella a Roma. "La Russa Garbatella ti schifa", si legge, seguita da una stella e la sigla "Antifa". La sede è la sezione dell'ex Movimento sociale frequentata da Giorgia Meloni da giovane. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri. Nell'ambito dell'indagine saranno acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza della zona.
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Clicca qui sopra e sfoglia la galleryIeri sera invece uno striscione contro a La Russa era apparso al Ponte degli Annibaldi, presso il Colosseo. Lo striscione, poi sequestrato dai carabinieri, era firmato da 'Cambiare Rotta'. La scritta riportava: "Benvenuto presidente La Russa (con il nome è a testa in giù, ndr). La resistenza continua".
Nel pomeriggio sono arrivate le dichiarazioni del presidente del Senato che ringrazia "sinceramente le forze politiche per le espressioni di solidarietà che mi hanno fatto pervenire ma voglio rassicurare tutti che una scritta vergata da mani ignote non mi ha minimamente turbato". Prosegue La Russa: "Nella mia vita ho memoria di scritte anche assai peggiori verso di me e la mia parte politica. Anche stavolta avrei preferito, fosse dipeso da me, ignorare chi lancia il sasso e nasconde la mano, chi pensa che la minaccia o l'insulto possa sostituire il confronto. O peggio chi vorrebbe rivangare anni di violenza e terrorismo condannati dalla storia".
Scontro fra Letta e Meloni
Le scritte e lo striscione contro La Russa hanno innescato lo scontro fra Enrico Letta e Giorgia Meloni. Il segretario del Partito democratico, a margine del congresso dei socialisti europei a Berlino, ha parlato di "logica incendiaria" per questo inizio di legislatura che è "il peggiore che potesse esserci", ha detto il leader del Pd. Le scelte di La Russa come presidente del Senato e di Fontana come presidente della Camera "fanno slittare ancora più a destra la maggioranza. La legislatura comincia con una logica incendiaria da parte di chi ha vinto le elezioni. Chi ha vinto, invece di riappacificare il paese, lo sta dividendo. Ma chi semina vento non può che raccogliere tempesta. Invito a considerare che questo metodo è davvero sbagliato. Si rompe ogni possibilità anche di un rapporto fra maggioranza e opposizione, che è un rapporto nell'interesse del paese".
Il segretario Pd ha tagliato corto: "Non mi sembra una maggioranza in grado di dare un governo solido al Paese. Sono solo in grado di dare al paese una guerra interna, un conflitto permanente. Questo è l'opposto di quello di cui ha bisogno il Paese in questo momento. Siamo vicini a una recessione, c'è una guerra fra Russia e Ucraina, una crisi energetica. Abbiamo bisogno di un governo che governi, non di un esecutivo che passi il tempo a litigare".
Alle parole di Letta ha risposto Giorgia Meloni, attaccando il segretario dem: "Sono gravissime le parole pronunciate dal segretario del Partito democratico Enrico Letta a margine del congresso dei Socialisti europei a Berlino. Affermare all'estero che l'elezione dei presidenti dei due rami del Parlamento italiano sia motivata da una sedicente 'logica perversa' e 'incendiaria' e che la scelta dei parlamentari italiani confermi 'le peggiori preoccupazioni in giro per l'Europa' è scandaloso e rappresenta un danno per l'Italia, le sue più alte istituzioni e la sua credibilità internazionale. Letta si scusi immediatamente".
Dopo le parole di Meloni, su Twitter è arrivato il messaggio di solidarietà di Letta a La Russa: "Solidarietà mia e di tutto il Pd al Presidente del Senato La Russa. Quelle scritte sono inaccettabili". Ma a proposito delle scuse invocate dalla Meloni, il segretario si è mostrato irremovibile: "Non è la maggioranza a dire all'opposizione cosa dire e come dirlo".