Cos'è l'euro digitale: quando arriva e come funziona

La prima fase di studio da parte della Bce e delle banche centrali nazionali terminerà a ottobre 2023. Poi il Consiglio direttivo deciderà se passare alla fase successiva. L'euro digitale potrebbe arrivare solo nel 2027

Anche se la strada è  lunga, se ne sta parlando sempre più spesso. Entro il 2023 la Banca centrale europea deciderà se iniziare ad emettere l'euro digitale, che servirà per i pagamenti diretti tra persone, oppure per fare acquisti nei negozi online o fisici o anche per pagare le pubbliche amministrazioni. Sarà convertibile alla pari con le banconote e rappresenterebbe di fatto un altro mezzo di pagamento in euro, utilizzabile in Europa, ma custodito dai cittadini e non dalle banche. Ecco, in dettaglio, cosa c'è da sapere su quella che viene chiamata anche 'criptovaluta di Stato'.

Christine Lagarde (Ansa)
Christine Lagarde (Ansa)

Sommario

Cos'è l'euro digitale

L'euro digitale è una banconota in forma digitale: una moneta elettronica emessa dall'Eurosistema – quindi dalla Bce e dalle banche centrali nazionali dei paesi dell'area euro – accessibile a tutti, cittadini e imprese. L'euro digitale affiancherebbe il contante senza sostituirlo e come il contante sarebbe custodito nel portafogli, in questo caso virtuale, del cittadino, ampliando la scelta su come pagare.

I vantaggi

L'euro digitale consentirebbe a tutti i cittadini europei, anche a chi non ha un conto corrente, di effettuare pagamenti digitali in modo rapido, facile e sicuro. Inoltre ciò consentirebbe di abbattere, o addirittura eliminare, le commissioni previste quando effettuiamo pagamenti elettronici. Dunque, diventerebbe uno strumento di pagamento a basso costo, come è il contante. Agli esercizi commerciali e alle piccole imprese un euro digitale fornirebbe un’altra modalità per ricevere pagamenti dalla clientela. Inoltre un euro digitale potrebbe rendere disponibili funzionalità avanzate, come il pagamento automatizzato o l’applicazione di una qualche forma di identità digitale. Essendo garantito dalla Banca centrale europea, l'euro digitale rispetterebbe la privacy e la protezione dei dati. Non solo. Non essendo depositato in banca, il cittadino godrebbe di maggiore tutela finanziaria: non sarebbe esposto ai fallimenti bancari e all'eventuale blocco dei soldi depositati. Anche se ancora non è stata presa alcuna decisione in proposito, l'euro digitale potrebbe essere basato su una Dlt, cioè una distributed ledger technology, come la blockchain.

Gli svantaggi

L'introduzione dell'euro digitale potrebbe mettere a rischio la stabilità finanziaria nell'area Ue. C'è chi, infatti, potrebbe usare la moneta digitale non come strumento di pagamento, ma come forma di investimento e in quest'ultimo caso le persone potrebbero correre ad acquistare euro digitali o spostare fondi dai depositi bancari all'euro digitale. La Bce sta perciò studiando la possibilità di introdurre eventualmente dei limiti all'importo che è possibile detenere oppure di definire una remunerazione (cioè diversi tassi di interesse) a più livelli. Se le disponibilità in euro digitali fossero remunerate, la remunerazione degli importi detenuti dai singoli individui per l’uso di base al dettaglio nei pagamenti (ossia “primo livello”) sarebbe pari a zero o positiva e quindi non peggiore rispetto al contante. La remunerazione di “secondo livello” sarebbe invece inferiore a quella delle attività considerate sicure, per evitare che l’euro digitale diventi una forma di investimento.

Le conseguenze per le banche

Secondo quanto spiega la Banca centrale europea sul proprio sito, l'euro digitale non avrà conseguenze negative per il settore finanziario per due motivi: sarà soprattutto un mezzo di pagamento e non uno strumento di investimento e nella sua gestione saranno coinvolti intermediari sottoposti a vigilanza. In realtà, potrebbe rappresentare un problema per gli istituti di credito se le quantità di denaro depositate in banca scendessero a favore dei portafogli virtuali. Inoltre, l'euro digitale diventerebbe, alla stregua del contante, anonimo e dunque potrebbe entrare in conflitto con le norme antiriciclaggio.

Quando si avrà l'euro digitale in Europa

Nel 2027, o nell'ipotesi migliore a fine 2026, potrebbe iniziare a circolare l'euro digitale in Europa. A seguito del lavoro di sperimentazione condotto dalla Bce e dalle banche centrali nazionali dell’area dell’euro, nel luglio 2021 è stata avviata la fase di analisi del progetto sull’euro digitale. L’obiettivo di questa fase è individuare la sua configurazione ottimale e assicurare che risponda alle esigenze degli utenti e analizzare anche come gli intermediari finanziari potrebbero fornire servizi front-end basati sull’euro digitale. Questo lavoro sarà completato entro ottobre 2023. A quel punto il Consiglio direttivo deciderà se passare alla fase successiva, dedicata allo sviluppo di servizi integrati e alla conduzione di test ed eventualmente di sperimentazioni pratiche. Questa ulteriore fase potrebbe richiedere circa tre anni.