Epatite bambini, "adenovirus possibile causa". Parla l'esperto

Giuseppe Indolfi, associato di Pediatria al Meyer, spiega quali sono i sintomi della malattia e se anche l'Italia rischia di vivere la stessa situazione dell'Inghilterra

Giuseppe Indolfi, associato di Pediatria all'ospedale pediatrico Meyer

Giuseppe Indolfi, associato di Pediatria all'ospedale pediatrico Meyer

Firenze, 22 aprile 2022 - “Per ora nessun allarme in Italia, ma grande attenzione del mondo scientifico nei confronti di un fenomeno che potrebbe esser preoccupante ma che al momento è solo da accertare”. Giuseppe Indolfi, associato di Pediatria all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze, soppesa le parole riguardo alle epatiti acute che stanno destando una certa preoccupazione, dopo il caso del piccolo pratese ora ricoverato a Roma, che probabilmente dovrà subire un trapianto di fegato. Indolfi, che è anche rappresentante area fegato della Società europea di gastroenterologia ed epatologia pediatrica, spiega i termini della questione: “Stiamo parlando di un allarme nato in Inghilterra da un paio di settimane. Lì, 108 pazienti in età pediatrica, la maggior parte dei quali sotto i 6 anni, hanno presentato “un’epatite acuta  di origine ignota che definiamo 'non A-non E”. “Sono state escluse le cause virali più conosciute - prosegue il pediatra -. Non è una novità il fatto che si presentino casi simili. È questo incremento dei casi in Inghilterra a far alzare il livello d’attenzione. Ogni anno ci sono casi di epatite di origine ignota. Il problema sta nei numeri: di questi 108 bimbi inglesi, il 10% ha dovuto subire un trapianto”. Ecco che in Italia la comunità scientifica è al lavoro per “capire se il problema c’è o non c’è”.

Quali possono essere i sintomi?

“Premesso che possono esserci anche bambini asintomatici, negli altri casi possono comparire sintomi quali vomito o nausea. Nelle forme più gravi possono comparire anche colorazione gialla della cute e delle mucose. Può capitare che le urine appaiano particolarmente scure. In alcuni casi, assistiamo a fenomeni di astenia. La febbre non è invece descritta come elemento principale, anche se in alcune epatiti può manifestarsi”.

In Italia, per ora, sono quattro i casi sospetti

“Stiamo cercando di capire se rappresentano già un incremento a livello nazionale, e non solo. Tornando all’Inghilterra, dove verosimilmente il problema c’è, gli studiosi stanno ricercando tutte le cause possibili. Ebbene, nell’80% dei casi gravi è emersa la presenza di un virus, chiamato adenovirus, che è molto comune in quanto responsabile di infezioni respiratorie e gastrointestinali che però in passato solo raramente avevano dato origine a epatiti, e mai in forma così grave”.

Insomma, per ora l’imputato principale è un adenovirus. Come si trasmette?

“Per via aerea, esattamente come l’influenza e il raffreddore”.

Nell’insorgenza di questi casi tra i più piccini può aver avuto un ruolo un abbassamento delle difese dovuto alle restrizioni attuate in pandemia?

“Beh, sicuramente i bambini hanno avuto una minore esperienza immunologia. Per semplificare, si son fatti meno anticorpi. Questa ipotesi è plausibile. Non è però al momento chiaro perché un adenovirus debba essere responsabile di un quadro così grave. Potrebbe esserci qualche altro fattore, che dobbiamo scoprire. Qualcosa sta sicuramente succedendo nel nord Europa. Dobbiamo capire se siamo coinvolti anche noi”.