Per la prima volta in Italia, un’azienda sanitaria ha autorizzato il suicidio assistito applicando una sentenza dalla Corte costituzionale del 2019. Dopo che a giugno il Tribunale di Ancona aveva ordinato all’ASL delle Marche di valutare la richiesta di un paziente di 43 anni e tetraplegico da oltre 10, il comitato etico dell’azienda ha dato il via libera.
Con il termine suicidio assistito si intende l’aiuto medico fornito a un paziente che ha deciso di morire tramite suicidio. La differenza con l’eutanasia è che il malato terminale, benché aiutato nel ricovero e nella preparazione della sostanza letale, compie l’atto finale di togliersi la vita in modo autonomo e volontario (mentre nell’eutanasia è svolto da un'altra persona).
Oggi, in Italia, aiutare una persona a suicidarsi è reato. Ma la Corte costituzionale ha stabilito che a determinate condizioni la persona che lo fa non è punibile. Questi requisiti – che sussistevano nel caso del paziente marchigiano – sono quattro: il malato è tenuto in vita artificialmente; è affetto da una patologia irreversibile; questa patologia è fonte di sofferenze intollerabili; è pienamente capace di intendere e di volere.
Il suicidio assistito, benché legale per via giuridica, non è stato ancora regolamentato dal Parlamento. Per due volte la Corte costituzionale ha chiesto a Camera e Senato di discuterne e, da molto tempo, diverse associazioni chiedono un intervento legislativo.
Quest’anno, sono state raccolte 1,2 milioni di firme a favore di un referendum sull’eutanasia legale, attualmente al vaglio della Corte di Cassazione. Il quesito referendario propone di abrogare l’articolo 579 del codice penale che punisce l’assistenza al suicidio, cioè i casi in cui medico somministra il farmaco necessario a morire (il referendum va quindi più “avanti” del suicidio assistito).
Ma come funziona altrove? Se nel nostro Paese la questione è ferma, nell’Unione europea la situazione non è diversa. Ad oggi, sono quattro gli Stati che hanno legalizzato il suicidio assistito: l’Olanda nel 2002 (dove è legale anche l’eutanasia), il Belgio nel 2003, il Lussemburgo nel 2008 e la Spagna nel 2021. In Germania e in Repubblica Ceca, al pari dell’Italia, la pratica è stata depenalizzata dai massimi tribunali giuridici ma non è stata ancora legiferata in Parlamento.
In altri Paesi, invece, il suicidio assistito viene tollerato o in parte depenalizzato, benché ufficialmente illegale. È il caso di Svezia, Danimarca e Norvegia. Nel resto dell’Unione europea resta un reato esplicitamente vietato dalla legge.