Negli Usa e in Europa si registra un'avanzata sempre più forte della variante BQ.1 (la cosiddetta "Cerberus") insieme al suo sotto-lignaggio BQ.1.1. Negli Stati Uniti in particolare queste sono a un passo dal superare la BA.5, diventando dominanti. Intervenendo su questa ascesa l'Oms parla di "significativo vantaggio di crescita di BQ.1 rispetto ad altri sotto-lignaggi di Omicron circolanti e pertanto merita un attento monitoraggio". L'organizzazione precisa tuttavia che "al momento non ci sono dati epidemiologici che suggeriscano un aumento della gravità della malattia". "Sulla base delle conoscenze attualmente disponibili - chiarisce inoltre l'Oms - la protezione dai vaccini contro le infezioni può essere ridotta, ma non è previsto alcun impatto importante sulla protezione contro la malattia grave". BQ.1 e la BQ.1.1 negli Usa sono state responsabili del 35,3% dei contagi, a un passo da BA.5 che è al 39,2%.
Sul fronte varianti è attiva anche l'Italia: il ministero della Salute ha annunciato una nuova indagine per stabilire la mappatura aggiornata del grado di diffusione delle varianti VOC (cioè quelle che destano preoccupazione), ed in particolare della variante Omicron e dei suoi sottolignaggi. Nel nostro Paese, in base ai dati analizzati per l'ANSA dal Ceinge di Napoli, la sottovariante BQ.1.1, responsabile 10 giorni fa del 7% dei casi di Covid-19 in Italia, sta per raddoppiare il suo peso percentuale. Sempre in Italia, la percentuale dei casi positivi ai test molecolari per Covid-19 è in una iniziale fase di stasi; cresce di nuovo l'occupazione dei reparti di terapia intensiva, mentre frena la discesa dell'occupazione dei reparti ordinari.
Gli ultimi dati italiani diffusi con il nuovo bollettino settimanale (il primo è stato reso noto venerdì) evidenzia, secondo l'analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'M.Picone' del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), una percentuale di circa il 10% dei positivi ai test molecolari, un valore stabile. Lo stesso tipo di analisi evidenzia che "l'occupazione a livello nazionale dei reparti di terapia intensiva è in fase di crescita a partire dal 31 ottobre, con un valore medio attuale pari a circa il 2,5%. Questo basso valore - precisa il matematico - si alza al 10% per l'Umbria, che è in fase di crescita da circa 15 giorni, con un tasso di aumento pari a circa 0,6% al giorno". A livello nazionale, conclude Sebastiani, si registra una frenata della discesa dell'occupazione dei reparti ordinari dal 2 novembre, con un livello medio attuale pari a circa il 10%.
Aumenta nell'ultima settimana in Italia la percentuale di casi di Covid in età scolare, che secondo il report esteso dell'Iss, che integra il monitoraggio settimanale sul Covid in Italia, ha raggiunto l'8,1% rispetto alla popolazione generale contro il 7,5% dei precedenti 7 giorni. Nell'ultima settimana, il 17% di questi casi è stato diagnosticato sotto i 5 anni, il 34% nella fascia 5-11 anni e il 49% nella fascia 12-19 anni. E parallelamente.