Gli uccelli smetteranno di migrare a causa del cambiamento climatico?

Molte specie di uccelli partono sempre più tardi in autunno e tornano sempre più presto in primavera: in futuro potrebbero anche smettere del tutto di migrare

Le abitudini degli uccelli migratori stanno cambiando

Ogni autunno centinaia di milioni di uccelli lasciano l'Europa e percorrono distanze enormi per andare a svernare nell'Africa subsahariana, poi la primavera successiva fanno il viaggio al contrario e tornano a nord per nidificare e riprodursi. È una routine che si ripete da millenni, ma in un prossimo futuro questo impressionante fenomeno naturale potrebbe interrompersi, e anche in questo caso c'entra il cambiamento climatico. I ricercatori della Durham University hanno osservato che già adesso volativi migratori come l'usignolo e il luì grosso trascorrono 50-60 giorni in meno a sud del deserto rispetto a quanto facevano in passato. Gli studiosi hanno analizzato i dati raccolti nell'arco di cinquant'anni dagli ornitologi di Gibilterra e del Ghana in merito al passaggio dei volatili. Hanno così valutato come sono cambiate nel tempo le loro abitudini migratorie, confrontandole con i concomitanti mutamenti del clima e della vegetazione. Hanno rilevato che molte delle specie più comuni si fermano più a lungo in Europa, dove evidentemente adesso trovano le condizioni ideali per sopravvivere per un periodo di tempo maggiore; partono più tardi alla volta dell'Africa e tornano prima dalle nostre parti. Qui nasce il sospetto degli esperti che alla fine alcune specie possano smettere del tutto di migrare. Questa scoperta inoltre spinge a supporre che gli uccelli non si basino esclusivamente sulla percezione della durata del giorno, come elemento determinante per stabilire quando mettersi in viaggio, ma che in realtà prendano "decisioni più sottili, regolandosi in base a fattori come le variazioni del clima e la disponibilità di vegetazione". Non è solo questione di perdersi lo spettacolo degli stormi che solcano il cielo: il cambiamento nel ciclo della migrazione potrebbe comportare conseguenze ben più concrete. "In Europa, la presenza prolungata di uccelli solitamente migratori potrebbe comportare una maggiore competizione con gli uccelli che non si spostano per il cibo e le risorse disponibili in autunno", commentano i ricercatori; "Al tempo stesso, nei luoghi di destinazione dell'Africa subsahariana una riduzione del tempo di permanenza degli uccelli migratori potrebbe avere ripercussioni per gli ecosistemi, ad esempio sul consumo di insetti, sulla dispersione dei semi e sull'impollinazione". Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Global Change Biology.