Cambiamento climatico: gli uccelli dell'Amazzonia stanno diventando più piccoli

Lo studio dell'Università della Louisiana: negli ultimi quarant'anni, in 77 specie il peso è diminuito e le ali si sono allungate

Il riscaldamento globale influisce anche sugli animali della foresta incontaminata

Qualcosa di strano sta accadendo agli uccelli della foresta amazzonica: non solo la loro popolazione è diminuita di numero negli ultimi decenni, ma stanno diventando più piccoli e sviluppando ali più lunghe. Nelle profondità dell'Amazzonia l'ambiente è ancora intatto, preservato dall'impatto diretto delle attività umane come inquinamento e deforestazione: come possibile spiegazione del fenomeno resta quindi sul tavolo solo il cambiamento climatico, comunque causato dall'uomo. Lo sostiene un nuovo studio firmato dagli scienziati dell'Università della Louisiana e di altri istituti americani e brasiliani.

Peso minore e ali più lunghe

I ricercatori hanno analizzato e confrontati i dati relativi a 15mila esemplari di 77 specie tropicali, che nell'arco di quarant'anni di ispezioni sul campo sono stati catturati, misurati e pesati (e poi ovviamente lasciati liberi). In tutte le specie è stata rilevata una diminuzione della massa corporea. Gran parte di esse ha perso in media il 2% di peso ogni decennio: una specie che in media pesava 30 grammi negli anni '80, oggi ne pesa 27,6. Potrebbe sembrare poco, ma non è affatto un dato irrisorio: da un individuo all'altro "questi uccelli non variano molto nelle dimensioni", spiega il coautore Philip Stouffer, "sono animali piuttosto 'regolari', quindi quando tutti gli esemplari della popolazione sono due grammi più leggeri, si tratta di un cambiamento significativo". Al tempo stesso, in un terzo delle specie esaminate la lunghezza delle ali è aumentata.  

Gli uccelli si adattano all'aumento della temperatura

Nell'ultimo mezzo secolo, nella zona di foresta al centro della ricerca la precipitazioni medie sono cresciute del 13% durante la stagione delle piogge e diminuite del 15% durante quella secca, mentre la temperatura è salita rispettivamente di 1° C e 1,65° C. L'ipotesi è che gli uccelli – in particolare quelli che vivono nella parte più alta della foresta e sono quindi più soggetti all'aumento del caldo – si siano adattati a queste nuove condizioni diventando più efficienti nel volo. Un peso minore e ali più lunghe consentono di consumare meno energia, di generare meno calore metabolico e di mantenere il corpo più fresco. "Attribuiamo i risultati che abbiamo scoperto alle pressioni [subite dagli uccelli] per ottimizzare il consumo di risorse in un contesto di aumento della temperatura", concludono gli scienziati; "Le variazioni morfologiche, sia stagionali sia a lungo termine, suggeriscono una risposta al cambiamento climatico ed evidenziano le sue conseguenze diffuse, anche nel cuore della foresta pluviale più grande del mondo". Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science Advances.