Grano fuori controllo: aumenti da record anche a Prato

I panifici provano a resistere, dopo avere ritoccato i listini alla fine del 2021. "I fornitori ci suggeriscono di fare incetta di farina"

Prato, 10 marzo 2022 - L’incertezza relativa alle conseguenze economiche della guerra in Ucraina, i continui rincari del costo delle materie prime - farina compresa - e la tanto temuta stangata per quanto riguarda la spesa per elettricità e gas: fra le tante categorie che si trovano in piena emergenza, quella dei panettieri è una delle più colpite. Loro stessi ne hanno avuto una percezione più chiara proprio negli ultimi giorni, quando si sono visti recapitare le tanto temute bollette, i cui importi risultano raddoppiati nel caso della luce e addirittura triplicate per il metano. Riflessi sul prezzo del pane? Per ora no, giurano i panettieri, anche perché i rincari c’erano già stati, invece, nei mesi scorsi, quando le quotazioni record raggiunte dal grano a novembre si erano poi trasferite a valanga sul carrello della spesa. Resta il fatto che l’aumento dei prezzi dei cereali continua a preoccupare l’industria alimentare italiana. Il costo all’ingrosso dei cerali rimane infatti altissimo.

"Partiamo dal capitolo gas, dove siamo passati dallo spendere 400 euro a oltre i 1200 euro", racconta Federico Santini, titolare dell’omonimo forno ubicato in via dei Cimatori. "Siamo arrivati a un punto in cui è difficile pensare al futuro con ottimismo. Anche perché a questa situazione critica, che va avanti ormai da novembre, dobbiamo aggiungere le preoccupazioni per la guerra. I nostri fornitori ci stanno suggerendo di fare incetta di prodotti adesso, perché magari fra un po’ i prezzi saliranno ancora di più e potrebbero esserci maggiori difficoltà nel reperirli". Nonostante tutto questo, per il momento la maggio parte delle attività ha deciso di non ritoccare il costo del pane. "L’ultima volta che lo abbiamo alzato - continua Santini - è stato qualche mese fa. Ma è stato un rincaro contenuto, un massimo di 20 centesimi al chilo".

La musica non cambia spostandosi a Il Panaio di Deborah D’Angelo. "Anche per quanto riguarda la mia attività il prezzo del pane non sale da dicembre, quando si alzò di 20 centesimi al chilo. Purtroppo però la situazione è in continuo peggioramento. Per l’elettricità l’ultima volta ho pagato una bolletta di 240 euro, contro i 160 a cui ero abituata. Fortunatamentemando avanti l’attività da sola: avessi dei dipendenti, adesso sarebbe tutto più complicato. Preoccupazione? Certo che c’è, ma cerco di vivere alla giornata". Ribadisce che ultimamente non si sono adottati rincari concernenti la spesa per il pane Enrico Fogacci dell’omonimo forno di via Pistoiese, aperto da oltre 90 anni.

"A novembre il costo è cresciuto mediatamente di 15/20 centesimi al chilo, ma non quello del pane da un chilo, il cui prezzo è rimasto calmierato. E’ vero che siamo di fronte a un aumento generale dei carburanti, dell’elettricità e delle materie prime, e che la guerra rende tutto più incerto, dato che ad esempio il grano tenero per il pane viene per buona parte dall’Ucraina. Ma è altrettanto vero che non possiamo permetterci di alzare continuamente i costi. Lo abbiamo fatto qualche mese fa, per almeno due-tre mesi non prenderemo in considerazione l’ipotesi".

Chi invece ci sta pensando già adesso - avendo mantenuto i prezzi sostanzialmente invariati nei mesi scorsi - è Vito Caporaso, titolare del panificio Il Duomo in via Santo Stefano. "Abbiamo resistito fino a questo momento, ma è una questione di sopravvivenza dell’attività. Le spese stanno diventando insostenibili e le prospettive non sono beneauguranti. Anzi, la paura è che la punta dell’iceberg sia ancora lontana".

Francesco Bocchini