Attenti al lavoro

di MATTEO NACCARI - Tre morti sul lavoro in una settimana in Emilia Romagna. Bilancio pesantissimo. Dopo Laila El Harim, uccisa da un macchinario in una fabbrica del Modenese, Salvatore Rabbito, deceduto in un cantiere autostradale a Parma, si è spento Giuseppe Rallo, 47 anni, vittima di un incidente nel piazzale di un’impresa di dolciumi in Romagna. Era in agonia da mesi. Sarà compito della magistratura individuare i colpevoli, ma il fenomeno è in aumento. Capire perché non è facile. Sicuramente la ripresa ‘a tutta’ dell’attività economica aumenta le probabilità di incidenti, però troppo spesso permane negli ambienti di lavoro una certa sufficienza rispetto alle norme di sicurezza. Evitare tragedie costa e purtroppo, in tempi di crisi, come quello dal quale stiamo uscendo, si taglia su formazione e prevenzione. La Regione Emilia Romagna sta cercando di correre ai ripari, col lancio di un nuovo bando per assumere 1.500 nuovi ispettori che controllino che nelle imprese le normative siano rispettate. Mossa necessaria, ma che non risolverà certamente il problema se sui posti di lavori non crescerà la consapevolezza che la tutela della salute è una priorità. Moltissime aziende lo hanno fatto con responsabilità, in particolare durante la pandemia, mettendo in pratica protocolli stretti anti contagi, però, ad esempio tra chi svolge i lavori più umili, i rischi di incidenti aumentano. E chissà che la soluzione non sia nella proposta lanciata ieri dal segretario della Cgil, Maurizio Landini: "È il momento di fare investimenti seri. E serve anche una patente a punti affinché le aziende dove ci sono troppi incidenti non continuino a partecipare alle gare". Si vedrà, ma l'importante è che il tema sia affrontato come si deve: è assurdo morire mentre si fatica per guadagnarsi da vivere.