Ancona, 18 settembre 2022 - Tre parole: "Rabbia, disperazione, devastazione". Sospiro. Francesco Acquaroli, governatore delle Marche, attraversa Pianello d’Ostra e ripensa ai volti delle vittime dell’alluvione, agli imprenditori già stritolati dalle bollette, a chi ha perso tutto – vite, casa, memoria. Fango. Critiche e polemiche, anche questo deve gestire un presidente di Regione: "E io i miei cittadini li comprendo e li capisco, so che dobbiamo darci da fare, non tirarci indietro". Ma per dare risposte vere, efficaci, servono "fondi, tanti fondi" e "una legislazione efficace".
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Presidente Acquaroli, il giorno della tragedia era stata diramata l’allerta gialla. Molti sindaci hanno detto di non essere stati avvisati. I cittadini hanno denunciato l’accaduto sui media e sui social. Qualcosa non ha funzionato o è stato un evento imprevedibile? "La bomba d’acqua è stata devastante. Io non sono un meteorologo, ognuno faccia il suo mestiere. Le polemiche esistono, le capisco, ma io mi devo attenere a quanto dicono i tecnici. L’allerta è una scelta non politica e i tecnici hanno detto che si è trattato di un evento impossibile da prevedere".
La programmazione sì, però. Pensiamo al fiume Misa a Senigallia. Se ne parla da troppo tempo, progetti e milioni si sono persi negli anni. E il risultato l’abbiamo visto. "C’è un progetto di sistemazione del Misa e del Nevola il cui costo supera i 100 milioni di euro. Ma per la gestione e la programmazione di tutto il dissesto nelle Marche abbiamo a disposizione 50 milioni di euro di fondi europei. Per tutto il tema del dissesto: la metà di quanto servirebbe per il Misa".
Un secondo disastro... "Per la manutenzione straordinaria non basterebbe un miliardo. Tagliare gli alberi malati e spostare dei tronchi è un’impresa: quanto sono complesse le norme per l’appalto per la pulizia del legname".
Come se ne esce allora? Altrimenti si avverte solo impotenza. "Bisogna cambiare approccio. Dobbiamo mettere in condizione gli enti di lavorare. Serve una legislazione diversa, più snella, meno pronta a fermare tutto. E occorrono i fondi. Senza risorse, come facciamo a pulire in maniera profonda i fiumi? Senza uno stanziamento forte e se questo tema non diventa una priorità nazionale, anche in virtù del cambiamento climatico imprevedibile, la situazione sarà sempre peggiore".
La politica parla molto, ma non agisce. Perché? "Il cambiamento climatico dice che la manutenzione va fatta in fretta. Bisogna trovare soluzioni immediate: dobbiamo fare i conti con danni enormi, ma se si fossero messi i milioni sulla manutenzione, beh... La dico in maniera chiara: serve un piano straordinario di scala nazionale, perchè il problema riguarda tutti i territori. Per questo porteremo il tema all’attenzione delle altre Regioni e del Governo nazionale. Bisogna dare risposte pratiche ai cittadini e per farlo bisogna essere messi nella condizione di agire, con risorse sufficienti. Le chiacchiere stanno a zero".
Ma come Regione sente di avere fatto il massimo? "Abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare e faremo tutto quello che si potrà fare. Abbiamo lavorato sulle priorità e sulle emergenze segnalate dai tecnici e non ci fermeremo. Sul Misa c’è uno studio che costerà anche più dei 100 milioni preventivati: per risolvere i problemi servono i fondi e lo si fa gradualmente, non in 20 mesi".
Cos’ha detto agli abitanti dei comuni colpiti? "Che hanno grande dignità e che saremo loro vicini. Che capisco la loro rabbia, perché nel 2022 eventi così non dovrebbero succedere. Che sono ore difficili, ma noi ci siamo. Ringraziamo tutte le forze dell’ordine, gli uomini e le donne della Protezione civile, i tantissimi volontari e tutte le istituzioni che stanno aiutando le Marche a rialzarsi, a liberarsi, a ripartire. Il nostro interesse è ripartire e non ci sarà ripartenza vera senza anche la riapertura della attività economiche compromesse, in tutti i comuni coinvolti. Questo è uno dei miei primi pensieri. Oltre al fatto che questo evento non deve diventare terra di speculazione politica a causa delle elezioni. Per nessuno".
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