Ancona, 17 luglio 2022 - "Mamma mia che gara! Ho perso 2 anni di vita. Sei un grande amore mio! Finale". Con tanto di simbolo del fuoco. Il post della promessa sposa di Gimbo, Chiara, presente sugli spalti di Eugene, riassume la qualificazione da brividi di Gianmarco Tamberi alla finale mondiale dell’alto. Gimbo ha sofferto nel tardo pomeriggio di venerdì, ma ce l’ha fatta, staccando il biglietto per giocarsi martedì l’oro mondiale outdoor, l’unico che gli manca. Una qualificazione strappata con le unghie e con i denti, "ma come sapete è quello che so fare meglio", con il carattere che non gli manca, gettando il cuore oltre l’ostacolo, quasi all’ultima curva, quasi come il tricolore di Rieti conquistato a fine giugno allo spareggio con Marco Fassinotti. Già Fassinotti, compagno in azzurro.
Stavolta gli screzi e le polemiche non ci sono state. Anzi Gimbo ha aperto il rituale discorso da capitano azzurro alla squadra chiedendo scusa al piemontese. "Devo dare un po’ l’esempio e spero di averlo dato nel modo giusto. Sia io che Marcell dobbiamo continuare a lottare come non avessimo raggiunto niente" le parole del’altista anconetano che poi in pedana ha anche abbracciato e incitato Fassinotti. Accantonando o dimenticando quello che c’è stato sia con l’atleta piemontese (si erano beccati a Rieti nel giorno del campionato italiano con il mancato saluto di Gimbo al collega) che con il papà coach Marco tornati insieme, per ora, per volontà della Federazione, dopo la separazione voluta da Gimbo appena due settimane fa.
"Visto che siamo qua non c’è ragione per non parlarci. Sapevo che non sarebbe stata facile, ora mi serve riposo. In finale serviranno gli attributi". Insomma il campione olimpico dell’alto pensa solo alla gara. Hanno giocato pure padre e figlio prima della qualificazione con Tamberi senior che ha provato i riflessi del figlio. Maglia azzurra magica per Tamberi. La Nazionale al poliziotto dorico fa dimenticare tutto, anche quell’irritazione del nervo del retto femorale che lo sta condizionando da settimane. "Mi sono detto che non voglio più parlarne. Non è l’unico problema, ce ne sono tanti altri, problemi tecnici, e bisogna affrontare questo problema come tutti gli altri e non lamentarmi. So come sono arrivato qui e qual è la mia condizione fisica. Spero che la finale mi aiuterà a livello di adrenalina per tirare fuori qualcosa di migliore di venerdì". La qualificazione alla finale "è stata veramente dura, è stata una battaglia, dovevo rimanere concentrato e provarci. Avevo promesso che avrei dato l’anima fino alla fine ed è quello che ho fatto. Sapevo che sarebbe stata molto dura ma non ho voluto mollare, ho messo tutto quello che avevo. Fortunatamente siamo in finale, spero di ripartire dall’ultimo salto che ho fatto, migliore rispetto all’inizio. Vediamo. Ce la metterò tutta". Insomma Gimbo - che vorrà sfruttare al meglio i due giorni di riposo dalle gare - lotterà "fino all’ultimo salto", perché, come ha detto nel discorso da capitano alla squadra, "ora è il momento di fare la differenza", perché, dopo l’Olimpiade di Tokyo, dopo gli ori olimpici, "non siamo più una Nazionale qualunque". Aggiungendo nel solito post quotidiano sui social.
"Penso a tutto il lavoro fatto in questi mesi per preparare questi giorni e vi assicuro che non alzerò bandiera bianca, continuerò a lavorare per farmi trovare al meglio tra poco più di 48 ore. Vorrei poter esprimere tutta la rabbia, la voglia e la forza che ho dentro. Sarò sincero, mi servirà la vostra spinta come non mai (rivolto ai tanti tifosi, ndr). Ora non si può mollare" chiude il campione di Tokyo 2021.