MICHELE CARLETTI
Sport

Gimbo Tamberi e l'anno che verrà: "Voglio le Olimpiadi di Parigi"

Il campione dorico fissa le priorità: "A Budapest mi gioco l’unica gara importante che ancora non ho vinto"

Ancona, 31 dicembre 2022 - Il 2022 non passerà certo nel dimenticatoio a causa di una serie di eventi, internazionali e locali, che lo hanno particolarmente segnato. Dagli strascichi e dagli effetti della pandemia allo scoppio del conflitto in Ucraina, temi globali che però hanno finito con l’influenzare in maniera pesante la vita dei cittadini anconetani e del territorio provinciale. Come dimenticare poi la tragedia dell’alluvione nel senigalliese e infine lo sciame sismico che dal 9 novembre scorso tiene col fiato sospeso il capoluogo. Da una parte la chiusura di un anno complicato da cui trarre un bilancio, dall’altra le aspettative per il nostro ‘Anno che verrà’. Continua la serie di interviste a personaggi della vita istituzionale, politica, culturale, sportiva ed economica con uno sguardo al passato e la barra a dritta verso il domani. Oggi è il turno del campione olimpico Gianmarco Tamberi.

Gianmarco Tamberi, campione olimpico di salto in alto, che voto si darebbe all’anno che sta per concludersi?

"Un bell’8 penso di meritarmelo – risponde il trentenne dorico – Sono sempre molto cattivo e rigido con me stesso nel giudicarmi, ma se vado a fare il conto della mia carriera il 2022 è stata in realtà una delle mie migliori stagioni di sempre. Tolti l’anno olimpico e il 2016 quest’anno è arrivato un quarto posto al mondiale, la mia migliore prestazione a un mondiale outdoor dove sono arrivato quasi con le stampelle, ho vinto un Europeo, un’altra Diamond League. Un’annata più che positiva considerando che venivo da una stagione piena di problemi fisici".

Sono stati risolti in vista dell’anno che verrà?

"Il problema muscolare al bicipite femorale sinistro è praticamente risolto, anche se ancora per qualche giorno cerco di non forzare quel distretto muscolare".

Di sicuro non lo passerà in ritiro all’estero come in passato. Perché?

"Gli anni scorsi partivamo in questo periodo per una esigenza lavorativa di mio padre (ex coach, ndr). Adesso preferisco fare quel ritiro più avanti quando è più utile. Andrò sicuramente a fare quattro settimane al caldo, forse a febbraio, ma non ho ancora deciso dove. Ora la prima necessità è rimettermi a posto al 100%, perché negli ultimi 5-6 anni, dall’infortunio a questo 2022, ho martoriato il mio corpo silenziando mentalmente tutti quei dolori e problemi fisici che in realtà esistevano. Se ancora voglio fare due stagioni di altissimo livello devo prima di tutto rimettermi bene in piedi". La stagione indoor?

"Non la farò. Ho già deciso da un po’. E al 99% non disputerò neanche l’Europeo indoor di Istanbul. Non ci penso neanche".

Punterà tutta sulla stagione all’aperto. Il grande obiettivo è il mondiale di Budapest ad agosto?

"Il mondiale outdoor è l’ultima gara importante che mi manca da vincere. Anche se devo essere sincero. In realtà già inizio a pensare più a Parigi 2024 che non a Budapest. Perché l’Olimpiade è un qualcosa di magico per noi atleti. Riuscire però a completare il cerchio con la vittoria del mondiale sarebbe non plus ultra. Non dimentichiamoci anche l’Europeo a Roma che dovrebbe essere a giugno 2024. Non ho mai disputato un Europeo e un Mondiale con la maglia della Nazionale in Italia visto che negli ultimi dieci anni non ci sono mai stati nel nostro Paese. L’ultimo è stato l’europeo indoor a Torino nel 2009, ma ero un ragazzino".

Un 2022 indimenticabile per lei anche nel privato. E’ arrivato il matrimonio. Come va in famiglia?

"Con Chiara molto bene, con la nuova casa un po’ meno. I lavori ci fanno impazzire. Andiamo avanti però, prima o poi ce la faremo. Speriamo a primavera". Prima la nuova casa o l’esordio in gara?

"Per le gare dovrei iniziare più o meno a maggio con qualche Diamond League. Speriamo che arrivi prima la casa. Dovevamo entrarci a ottobre, siamo a dicembre, ma non abbiamo ancora i pavimenti".

Non ha neanche il coach dopo la separazione da suo papà. Novità?

"Non ancora. Per ora mi segue un preparatore atletico, Michele Palloni di Ancona. Avevo già fatto una parte di lavoro con lui nel 2021 in avvicinamento alle Olimpiadi. Lo conosco da tempo, si è allenato anche con me. Mi segue da ottobre. Per l’allenatore guardo anche all’estero". Come guarda invece il 2023 dell’atletica azzurra?

"Spero che tanti di quei ragazzi che hanno dimostrato di poter fare un passo in avanti possano confermarsi nel 2023, perché poi nel 2024 tutti possiamo ambire a fare qualcosa di grande e di nuovo all’Olimpiade. Sono tanti i giovani che possono fare bene".

Il suo amico Simone Barontini?

"E’ uno di questi. Mi aspetto grandi cose anche da lui".

E dal 2023 non sportivo invece cosa si aspetta?

"Mi auguro con tutto il cuore che possiamo tornare ad avere una vita pressappoco normale. Dal 2020 al 2022 siamo stati martoriati di notizie negative. Speriamo che si possa ripartire con un po’ di positività".