ANDREA PONGETTI
Sport

Gimbo sofferente, la mamma: "Povero figlio mio, l’ho visto debole. Sudava freddo"

Sabrina ha sofferto dalla tribuna per l’atleta anconetano: "Gli è andata bene, ma con tutto quello che aveva ha fatto tanto"

A sinistra Sabrina Piastrellini, mamma di Gimbo Tamberi, avvolta nel tricolore a Parigi. A destra Tamberi che ha superato la qualificazione per la finale

A sinistra Sabrina Piastrellini, mamma di Gimbo Tamberi, avvolta nel tricolore a Parigi. A destra l'atleta che ha superato la qualificazione per la finale

Ancona, 8 agosto 2024 – Non è stato il "Gimbo" che conosciamo, non poteva esserlo, ma la finale sarà un’altra storia e l’olimpionico di Tokyo non ha alcuna intenzione di mollare, spinto dai suoi familiari e dai suoi tanti tifosi, che da Ancona lo sosterranno come e più di sempre. Ne avrà bisogno il fuoriclasse dorico nella finale del salto in alto prevista sabato alle ore 19 nello stadio parigino dove ieri si sono svolte le qualificazioni: Tamberi, dopo i problemi di salute palesati negli ultimi giorni (calcoli renali e febbre), dopo aver saltato al primo tentativo 2.24, si è fermato a 2.27, dove ha sbagliato tre volte.

Il sostegno della gente, da Ancona, le Marche e il resto d’Italia è stato comunque fondamentale: "davvero – ha ringraziato "Gimbo" – ho sentito un affetto enorme negli ultimi giorni, non me lo aspettavo. Grazie per questo calore". Calore che arriva anche dalla mamma, Sabrina Piastrellini, che ha sofferto dalla tribuna: "Povero "Gimbo" – sospira – l’ho visto davvero debole, sudava freddo. Gli è andata bene perché gli altri hanno sbagliato ma ha comunque fatto tantissimo per quello che ha passato, fra calcoli renali e febbre. Sono sfortune che capitano, contro le quali si può fare poco. Certo la speranza c’era che potesse passare alla finale ma ho temuto davvero che non ce la facesse considerate le condizioni in cui si è presentato in pedana". "L’agitazione anche da parte mia era tanta – continua la mamma del trentaduenne oro di Tokyo – Mi limito a stare in silenzio. Ogni tanto mando a mio figlio qualche incitamento, ma con pudore. Nei momenti pre-gara tutto è estremamente in equilibrio: fisico, mente, tecniche, fatiche, sono tutte in una lama di rasoio, in questo caso anche di più, quindi anche io non so mai se nel dirgli qualcosa faccia bene o male". "La qualificazione comunque ormai è superata – conclude Sabrina – Ora ci rilassiamo tutti un pochino e poi riprendiamo la corsa verso la finale. Quando ho abbracciato Gimbo gli ho ricordato che è l’ultimo sforzo, e l’ho incoraggiato a stringere i denti". Tamberi, con quello che ha superato nell’ultimo mese e nella sua carriera, sa come si fa, e infatti appare comunque battagliero, da vero capitano (e portabandiera) azzurro: "in qualificazione non avevo energie ma sabato sarà un’altra gara e starò meglio – assicura – Io continuo a crederci". Conoscendolo, chi potrebbe mai scommettere contro un guerriero simile?