di Michele Carletti
È la stella di Marcell Jacobs a brillare al PalaIndoor. Per un’altra edizione dei campionati italiani assoluti indoor di atletica nella Dorica da applausi. "Queste giornate di Ancona hanno dimostrato che il movimento ha assorbito i trionfi delle Olimpiadi e sta cercando di tramutarli in ulteriore energia – le parole del presidente Fidal, Stefano Mei –. Non solo Jacobs, per l’atletica italiana prosegue l’onda lunga di Tokyo". Raggiante anche il presidente della Fidal Marche, Simone Rocchetti. "È stata un’edizione straordinaria e spettacolare, sicuramente una tra le più belle degli ultimi anni e non solo per la partecipazione di Jacobs, ma anche per i due record italiani". Ancona ha visto sfrecciare ieri Zaynab Dosso (Fiamme Azzurre) nei 60 metri con 7.16, mentre sabato Sveva Gerevini (Carabinieri) ha collezionato 4.451 punti nel pentathlon.
E poi applausi, emozioni e adrenalina per Jacobs alla sua prima gara italiana dopo le Olimpiadi, con l’impianto di via della Montagnola sold out da settimane. Selfie, autografi e poi l’abbraccio tra Jacobs – che si conferma come da pronostico campione italiano nei 60 metri – e Gimbo Tamberi, un’altra stella presente nella due giorni tricolore del PalaIndoor. Festa, ma non appieno. Il pubblico accorso, caloroso e rumoroso, voleva festeggiare infatti l’ennesima vittoria tricolore di Simone Barontini. Invece il ragazzo di casa, d’azzurro vestito, questa volta non è salito sul gradino più alto del podio negli 800 metri. Barontini si deve accontentare di un bronzo, amaro. Terzo, con 1:48.97. Si chiude il regno, almeno per ora, del ragazzo delle Fiamme Azzurre, dopo cinque titoli di fila. Gara sostanzialmente tattica per i primi tre giri, il marchigiano prova a lanciare la volata lunga al suono della campana però Catalin Tecuceanu (Silca Ultralite Vittorio Veneto) ha più energie e lo infila prima della curva finale (crono 1:48.08), imitato da Francesco Conti (Atl. Imola Sacmi Avis), secondo in 1:48.79. Barontini terzo. Si getta a terra, con il viso rivolto a quella pista amica che gli ha voltato le spalle. Non mancano le lacrime di rabbia e delusione, il mal di stomaco. Sue, ma anche dei tifosi amici accorsi nell’impianto dorico a tifarlo. Con la voce e uno striscione: "Simone B. è mio amico". Barontini li saluta prima della gara. Loro gli urlano "Siamo venuti per te Simo". Lui sorride, saluta e manda un bacio. Poi se ne va, verso quel tricolore che però gli volterà le spalle. "Non è andato bene, ma dà sempre l’anima, lo si vede dagli occhi – il pensiero di Gianmarco Tamberi che lo ha tifato dalla tribuna –. Da tifoso sono orgoglioso di lui anche se so cosa significhi non gioire nella propria città. Non sempre la carica e la voglia bastano per vincere".
"Dispiace, ma può succedere – le parole di Fabrizio Dubbini, coach di Barontini –. È venuta fuori una gara tattica, molto più competitiva degli altri anni. Non era al meglio per un problemino muscolare accusato un paio di settimane fa, ma non mi piace trovare scuse. Forse ha commesso un errore nella curva finale. La sua stagione indoor si chiude qui".
Barontini ora si concentrerà per la stagione outdoor. Dove spera di qualificarsi per i mondiali di Eugene (quello che non gli è riuscito per l’iride indoor di marzo) e gli europei di Monaco.