REDAZIONE ANCONA

Finale playoff di serie A2

Grande Macerata, impatta contro il Ravenna. Compagnucci, non al meglio, si fa comunque valere.

Una grande Giuseppucci Tennis Macerata impatta 3-3 contro il CT Zavaglia Ravenna nell’andata della finale playoff di Serie A2. Teatro della sfida l’Associazione Tennis Macerata, gremita di pubblico e con oltre mille spettatori collegati in streaming. Nonostante l’assenza forzata di Nicolas Compagnucci, bloccato a Milano da febbre e virus intestinale, i ragazzi di di capitan Cherri partono alla grande. Strepitoso Gianluca Acquaroli che domina il n.873 ATP Daniel Bagnolini (6-2 6-0), mentre Tommaso Compagnucci, pur non al meglio della forma, supera l’ottimo classe 2005 Carlo Alberto Caniato vincendo in rimonta con il punteggio di 36 64 63. Occasione sfumata per Lamberti che, avanti 5-2 e con due set point nel primo set, cede a Luca Tomasetto (ex n°595 ATP). Sfortunato lo spagnolo Alvarez-Varona, limitato da un problema all’inguine durante i primi game del match con Fatic che porta gli ospiti sul 2-2.

Nei doppi finale in parità: prima Alvarez-Varona/Lamberti conquistano il punto contro la seconda coppia ravennate Valletta/Tomasetto con un doppio 64, poi il formidabile duo composto da Caniato e Fatic supera Compagnucci/Acquaroli per 75 61 "Se domenica avremo la formazione al completo sappiamo che possiamo giocarcela", commenta il presidente ATM Fabiano Tombolini". "Gli accoppiamenti ci sono favorevoli e abbiamo dimostrato di poter conquistare tutti i singolari. All’inizio avremmo firmato per un paraggio all’andata, ora siamo più consapevoli dei nostri mezzi e fin dove possiamo spingerci". Domenica il ritorno a Ravenna, con Macerata che comunque vada è stata artefice di una cavalcata memorabile. I ragazzi del circolo Claudio e Geo Giuseppucci si sono imbarcati su di una nave che avrebbero dovuto

condurre tra le placide acque della salvezza della categoria, raggiunta per altro più che agilmente. Con il passar delle giornate però, si sono ritrovati a navigare in mare aperto e a stupirsi di quanto fosse alla portata quell’orizzonte che sembrava irraggiungibile. Ora più che mai, giunti a pochi centimetri dal traguardo, guai a smettere di credere nell’impresa.

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