SARA FERRERI
Economia

Esuberi cartiere, maestranze e pure una bara sotto il palazzo della Regione Marche

La macabra protesta con tanto di condoglianze a 195 lavoratori in scena mentre l'assessore al Lavoro Stefano Aguzzi riceve i sindacalisti

La protesta sotto il palazzo della Regione

La protesta sotto il palazzo della Regione

Ancona, 7 ottobre 2024 – Una bara in cartone con sopra un foglio di carta Fabriano “nato 1254 morto 2024”.

E poi le ‘condoglianze’ per 195 lavoratori della società Giano, gruppo Fedrigoni. La bara in cartone è stata posizionata stamattina sotto palazzo Raffaello sede della Regione Marche dove si svolge un picchetto di lavoratori delle cartiere di Fabriano che giovedì si sono sentiti dire che non avranno più il loro posto di lavoro, da gennaio prossimo, per la chiusura di Rocchetta e della sezione F3 dello stabilimento di Fabriano.

Questo mentre i sindacalisti incontrano l’assessore regionale al Lavoro Stefano Aguzzi.

"Non fiori ma opere di bene" si legge nella cassettina delle offerte.  Intanto nella città della carta sta andando in scena lo sciopero generale di 8 ore, in vigore fino a domattina nei vari turni. Al momento l’adesione sembrerebbe piuttosto alta.

Il gruppo Fedrigoni tramite il Carlino ha fa sapere che "le 195 persone impattate dalla chiusura di Giano includono lavoratori sia dipendenti sia somministrati e coinvolgono esclusivamente gli stabilimenti di Fabriano e Rocchetta. Gli altri siti produttivi e di trasformazione delle Marche, Castelraimondo e Pioraco (sul mondo carta) e Sassoferrato (sulle etichette), non sono coinvolti dalla decisione. Fedrigoni farà tutto il possibile - di concerto con le parti sociali, dai sindacati alle istituzioni - per ridurre al minimo l’impatto della chiusura di Giano sui lavoratori e che il numero di 195 è destinato a diminuire, non ad aumentare”.

Operai sotto la Regione
La protesta

Tutto è iniziato giovedì quando il gruppo Fedrigoni ha annunciato la chiusura della società Giano srl che porta con se’ quasi 200 licenziamenti collettivi (195).

Fedrigoni ha deciso infatti di non produrre più la carta di Fabriano, quella per le fotocopiatrici, fax e stampanti puntando più sulle carte speciali di fascia più alta. Questo dopo aver tentato di vedere questo ‘settore’, per quasi due anni invano.

Delle trattive erano sorte ma definitivamente tramontate durante l’estate. I fondi Bain e BC partners, che dal 2018 controllano il gruppo, tra i più importanti operatori al mondo nella produzione di carte speciali per una vasta gamma di settori, hanno scelto di uscire dal business dell’ufficio e la conseguente chiusura di Giano 1264, la società dedicata a questo segmento, che cesserà ogni attività produttiva e commerciale il primo gennaio del prossimo anno.

La causa? I ricavi troppo bassi e il calo strutturale della domanda di mercato, coperta principalmente da grandi gruppi internazionali specializzati. “Abbiamo cercato a lungo, senza successo, partner che dessero le necessarie garanzie di sviluppo e di rilancio del business dell’ufficio – ha spiegato l’amministratore delegato di Fedrigoni, Marco Nespolo -. Abbiamo sondato tutti gli scenari possibili, fino a valutare la vendita dell’intero business Fabriano, nonostante sia per noi un asset strategico. Neanche in questo caso abbiamo, purtroppo, individuato potenziali partner”.

Sono 840 i lavoratori negli stabilimenti di Fabriano, Pioraco e Castelraimondo: uno su quattro, se non ci saranno dietrofront, rischiano quindi di perdere il posto. Sono gli addetti alla produzione di carta per l’ufficio, manutenzione e gestione di materiali e spedizioni dello stabilimento di Fabriano (la sola macchina continua F3), l’unità di trasformazione del vicino sito di Rocchetta (il reparto di taglio), e gli impiegati di Giano.

Oggi è iniziata la battaglia con lo sciopero generale di 8 ore il presidio e l’incontro con la giunta regionale. Domani e mercoledì a Verona gli incontri ritenuti decisivi dai sindacati con i vertici aziendali.