Mergo (Ancona), 3 aprile 2021- C’è delusione e grande amarezza davanti ai cancelli della fabbrica . Da venerdì stop alla produzione nello stabilimento Elica (foto) dove il nuovo piano industriale parla di 409 esuberi: ora è il momento della mobilitazione in questa vigilia di Pasqua a dir poco amara. Al picchetto attivo da ieri nei due stabilimento di Mergo e Cerreto d’Esi si alternano i lavoratori e arriva tanta solidarietà. Il sit-in de lavoratori che proseguirà anche domani giorno di Pasqua e così fino a lunedì compreso in tarda serata.
Martedì si conta di ripartire con la produzione. Amarezza ma anche determinazione a spingere i vertici aziendali al dietrofront, facendo leva soprattutto sul presidente Francesco Casoli. Ieri a Mergo assieme ai responsabili sindacali sono arrivate anche le istituzioni e la politica. “Questa mattina, insieme all’onorevole Alessia Morani, abbiamo partecipato al presidio dei lavoratori della Elica S.p.A. che si è tenuto allo stabilimento di Mergo – spiegano i consiglieri regionali Manuela Bora, Romano Carancini e Antonio Mastrovincenzo -. Riteniamo inaccettabile la scelta della proprietà di delocalizzare buona parte della produzione in Polonia. Questa decisione comporterebbe un ulteriore durissimo colpo alla tenuta sociale del territorio fabrianese, già fortemente colpito da un progressivo depauperamento economico e produttivo. Su questa vertenza abbiamo già presentato una interrogazione che chiediamo venga discussa il più presto possibile in aula e ci aspettiamo un intervento urgente da parte della Giunta regionale, che coinvolga in modo sinergico tutti gli assessori competenti, per dare risposte immediate ai lavoratori. Sollecitiamo il ministro Giorgetti a rispondere alle categorie nazionali di Fiom, Fim e Uilm che hanno già chiesto un suo diretto coinvolgimento. Saremo a fianco, come oggi anche nelle prossime settimane, dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali, per vigilare affinché siano messi in atto tutti gli interventi possibili a salvaguardare i livelli occupazionali attuali”.
C’era anche il consigliere regionale Giacomo Rossi, del gruppo Civici Marche che si è recato anche al sit-in di Cerreto d'Esi sede che secondo il piano 2021-2023 dovrebbe chiudere. “Le preoccupazioni sono tante – commenta - ma c'è la volontà di difendere con le unghie e con i denti i posti di lavoro. "La scelta di delocalizzare in Polonia il 70% della produzione italiana e chiudere lo stabilimento di Cerreto d'Esi quando l'azienda non è in crisi, lascia sconcertati: compito della politica regionale e nazionale deve ora essere quello di tutelare le maestranze, la zona del fabrianese e della media Vallesina da una scelta che porterebbe ad un impoverimento senza precedenti di questi territori". "Confido - conclude Rossi - che l’incontro promosso dalla Regione per giovedì, in cui auspico siano presenti i rappresentanti territoriali dei sindacati, possa servire a mettere le basi per far tornare l'azienda sui propri passi, salvaguardando così i posti di lavoro".