SARA FERRERI
Economia

Cartiere, tagli choc: "Faremo qualsiasi cosa per ridurre al minimo la chiusura di Giano"

Il gruppo Fedrigoni: "Solo gli stabilimenti di Fabriano e Rocchetta". Sciopero di 8 ore e picchetto in Regione. Il caso in Parlamento

La crisi delle cartiere di Fabriano sta raggiungendo l’apice

La crisi delle cartiere di Fabriano sta raggiungendo l’apice

Ancona, 7 ottobre 2024 – Esuberi Fedrigoni, è il giorno della mobilitazione ma anche della vicinanza delle istituzioni. Stamattina alle 10,30 il picchetto dei lavoratori (in sciopero per otto ore) sotto la Regione Marche mentre i sindacalisti incontreranno l’assessore regionale al Lavoro Stefano Aguzzi. Intanto il gruppo Fedrigoni fa sapere che "le 195 persone impattate dalla chiusura di Giano includono lavoratori sia dipendenti sia somministrati e coinvolgono esclusivamente gli stabilimenti di Fabriano e Rocchetta. Gli altri siti produttivi e di trasformazione delle Marche, Castelraimondo e Pioraco (sul mondo carta) e Sassoferrato (sulle etichette), non sono coinvolti dalla decisione. Fedrigoni farà tutto il possibile - di concerto con le parti sociali, dai sindacati alle istituzioni - per ridurre al minimo l’impatto della chiusura di Giano sui lavoratori e che il numero di 195 è destinato a diminuire, non ad aumentare".

Tutto è iniziato giovedì quando il gruppo Fedrigoni ha annunciato la chiusura della società Giano srl che porta con se’ quasi 200 licenziamenti collettivi (195). Fedrigoni ha deciso infatti di non produrre più la carta di Fabriano, quella per le fotocopiatrici, fax e stampanti puntando più sulle carte speciali di fascia più alta. Questo dopo aver tentato di vedere questo ‘settore’, per quasi due anni invano. Delle trattative erano sorte ma definitivamente tramontate durante l’estate. I fondi Bain e BC partners, che dal 2018 controllano il gruppo, tra i più importanti operatori al mondo nella produzione di carte speciali per una vasta gamma di settori, hanno scelto di uscire dal business dell’ufficio e la conseguente chiusura di Giano 1264, la società dedicata a questo segmento, che cesserà ogni attività produttiva e commerciale il primo gennaio del prossimo anno. La causa? I ricavi troppo bassi e il calo strutturale della domanda di mercato, coperta principalmente da grandi gruppi internazionali specializzati.

"Abbiamo cercato a lungo, senza successo, partner che dessero le necessarie garanzie di sviluppo e di rilancio del business dell’ufficio – ha spiegato l’amministratore delegato di Fedrigoni, Marco Nespolo -. Abbiamo sondato tutti gli scenari possibili, fino a valutare la vendita dell’intero business Fabriano, nonostante sia per noi un asset strategico. Neanche in questo caso abbiamo, purtroppo, individuato potenziali partner". Complessivamente sono 600 i lavoratori negli stabilimenti di Fabriano, Pioraco e Castelraimondo: uno su tre, se non ci saranno dietrofront perderanno il posto.

Sono gli addetti alla produzione di carta per l’ufficio, manutenzione e gestione di materiali e spedizioni dello stabilimento di Fabriano (la sola macchina continua F3), l’unità di trasformazione del vicino sito di Rocchetta (il reparto di taglio), e gli impiegati di Giano. Oggi inizia la battaglia con lo sciopero generale di 8 ore il presidio e l’incontro con la giunta regionale. Domani e mercoledì a Verona gli incontri ritenuti decisivi dai sindacati con i vertici aziendali a Verona.

Mentre il sindaco di Fabriano Daniela Ghergo ha convocato per sabato un consiglio straordinario sulla vertenza. Nel frattempo il senatore marchigiano Roberto Cataldi ha preannunciato che presenterà un’interrogazione in Parlamento sulla questione. "Uno stop all’attività sancito dal gruppo in maniera unilaterale che ovviamente non può passare in cavalleria: è necessario che il governo si attivi immediatamente".

Uniti Cgil, Cisl e Uil di Fabriano: "Non faremo trascorrere altro tempo: Cgil Cisl e Uil stimoleranno le istituzioni pubbliche locali regionali e nazionali e le associazioni datoriali per iniziare immediatamente il confronto. Non si può perdere altro tempo".