
Fabriano (Ancona), 9 aprile 2025 – Al tavolo del Mimit sono rimasti seduti tutti fino a tarda notte per l’accordo sulla vertenza Beko ma a Fabriano, di fatto, la situazione cambierebbe ben poco, almeno per quanto riguarda gli esuberi.
Si attesterebbero fino a un numero massimo di 193 unità tra staff, impiegati, quadri, dirigenti e il centro Sviluppo e Ricerca, e sarebbero gestiti con gli strumenti classici (uscite incentivate e contratti di solidarietà).
A questi si sommano i 64 esuberi (sempre fino a un numero massimo) tra gli operai dello stabilimento di Melano di Fabriano che resta il polo di produzione dei piani cottura per tutta la regione Emea e dove saranno effettuati nei prossimi tre anni oltre 60 milioni di euro di investimenti.
Spazi di contrattazione terminati e il testo di un potenziale accordo, comunque preliminare, è stato individuato appunto tra sindacati e Beko alle 2.30 di mattina dopo la riunione «fiume» del tavolo aperto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy andato avanti ad oltranza dalle 15.30, con alcune interruzioni per valutare proposte e controproposte delle parti.
Poche parole per ora dai sindacati uniti che sarebbero parzialmente soddisfatti dell’accoglimento delle loro proposte ma amareggiati per non aver visto diminuzione nel numero degli esuberi. Dopo oltre dodici ore di trattativa quindi sarebbe stata raggiunta l’intesa tra azienda, sindacati e ministeri che sarà ora sottoposta alla valutazione dei lavoratori. Il testo condiviso ci sarebbe e, a seguito di assemblee con i lavoratori e il relativo referendum, tutto dovrebbe essere pronto per arrivare alla firma ufficiale di un’intesa nella riunione di lunedì sempre al Mimit.
In generale prevede più di 300 milioni di investimenti e il mantenimento in attività di tutti gli stabilimenti. Non ci sarà alcun licenziamento unilaterale ma le uscite degli esuberi individuati avverranno solo dietro incentivi, fino a un massimo di 90mila euro a seconda dell’età anagrafica dei lavoratori che ne vorranno usufruire. L’accordo sarebbe anche accompagnato dall’utilizzo del contratto di solidarietà dal momento della sottoscrizione al 31 dicembre 2027. Quindi, come chiedevano i sindacati, saranno utilizzati solo strumenti conservativi per quel che riguarda l’uso degli ammortizzatori sociali, infatti ci saranno anche percorsi di pre-pensionamenti per un massimo di quattro anni. Ora non resta che attendere le assemblee che i rappresentanti di Fim-Fiom-Uilm-Uglm effettueranno nei vari territori. A Fabriano sono previste per domani e subito dopo il referendum tra tutti i lavoratori per conferire mandato alle parti sociali per siglare l’accordo.