
Ancona, 8 novembre 2023 – Un film per il barbone più buono e amato della città. C’è chi lo ha definito l’ultimo Re di Ancona, chi sostiene che fosse uno dei monumenti del capoluogo. Certo è che Umberto Ceccarini, questo il suo vero nome, è rimasto nel cuore di tanti, praticamente di tutti. E ora quel clochard amatissimo, morto nel 2000 a 68 anni, rivive nel mediometraggio realizzato dal noto tatuatore Tommaso Buglioni e dal giornalista Gino Bove. Buglioni è uno dei pionieri del tatuaggio. Conosciuto a livello internazionale come Tom Tattoo, era molto legato a Umbertì: "L’ho sempre spiato, io e lui avevamo qualcosa in comune", dice. Il film, della durata di circa 45 minuti, verrà presentato alla città il prossimo 10 dicembre (ore 17), alla Mole Vanvitelliana. Le riprese sono "amatoriali, dilettantistiche", fa Tom, ma "sono soddisfatto di questo progetto".

Buglioni, dopo i quadri e un libro, un film per Umbertì…
"Ho pensato che un docufilm potesse essere una buona occasione per dare un volto e una voce ai pensieri di Umberto. Tempo fa, diedi alcune copie del mio libro (dal titolo ´Umbertì. Slittamenti dell’anima dell’ultimo re di Ancona´) a persone che pensavo potessero coronare questo mio sogno, gente vicina a registi come Gabriele Salvatores e Godfrey Reggio. Però poi non avendo ottenuto risposta mi sono mosso da solo. È la mia prima esperienza in questo settore, mi è piaciuta".
A chi dedica la pellicola?
"Questa è un’ottima domanda, non me l’aspettavo. La dedico ad Ancona, il luogo di Umberto, oltreché nostro. Poi, agli anconetani, ma anche ai bancarellari del Corso che hanno avuto un ruolo importante nelle riprese, hanno dato colore e verità. Chiaramente, un pensiero va pure alla mia famiglia e alle persone che hanno collaborato con me, per il supporto. Da Luigi Brecciaroli (Radio Arancia) agli attori Dario Cassini e Luca Violini (doppiatore di La7, Mediaset, ndr), passando per Rexanthony, Fabrizio Redaelli, il cantante Gianmarco Frasca, Julia Moroni e Rosina (del ristorante di corso Mazzini). E le musiche di Domenica Vernassa, Flavia Stoppa e Giordano Tittarelli".
Che rapporto aveva con Umberto?
"Lo spiavo fin da ragazzo. Da bimbo, lo incontravo per strada e mi incuriosiva. Ti veniva da domandarti chi fosse, cosa facesse per vivere. Piano piano, osservandolo, vedendo i suoi atteggiamenti ho iniziato a costruirmi un’idea sulla sua personalità".
In cosa Umbertì era simile a lei?
"Siamo entrambi anarchici, amanti della libertà, introspettivi. Lui viveva a modo suo, in modo libero e pulito, senza dare fastidio, con vizi e pregi. Ogni tanto si faceva un goccio di vino, una sigaretta. Piccole cose, di poco valore, viveva girando, stazionava davanti alle fontane, quella delle Tredici Cannelle o dei Cavalli, in piazza Roma. Mi fermavo a guardarlo, mi facevo mille domande. Chissà cos’aveva dentro. E la foto storica di Luigi Alberto Pucci, scattata da Rosina, fu per me una scossa".
Le manca?
"Beh, personaggi come lui non ce ne sono più. E se ci sono è difficile inquadrarli, rapiti come siamo da velocità e telefoni. Oggi non faremmo più caso a una persona come Umbertì. Lui ha vissuto in un contesto storico in cui eravamo tutti più braccio a braccio, ci si conosceva, ci si vedeva, era normale occuparsi e interessarsi ad un personaggio come Umberto. Le persone di quel genere, prima, venivano trattate da amici. Vorrei che gli fosse intitolata una strada o una piazza, lo merita. Lanciai una petizione, che raccolse centinaia di firme, ma l’amministrazione Mancinelli bocciò la proposta. Io ci spero ancora".
Dove approderà il film?
"Dopo la presentazione del 10 dicembre, alla Mole, speriamo arrivi in qualche cinema della città. Non c’è alcun fine di lucro. Se mai vi sarà un ritorno economico, i proventi saranno integralmente devoluti al Centro per disabili Papa Giovanni XXIII".