LUCIA GENTILI
Cronaca

Ancona: sette quintali di vongole sotto sequestro, multe per oltre 21mila euro al pescatore abusivo

Operazione di Guardia di finanza e Guardia costiera. L'uomo non aveva la licenza di pesca e operava con attrezzature vietate. Il prodotto è stato reimmesso in mare

L’ingente quantitativo di vongole era già confezionato in 70 sacchi da 10 chili ciascuno (foto d'archivio)

L’ingente quantitativo di vongole era già confezionato in 70 sacchi da 10 chili ciascuno (foto d'archivio)

Ancona, 8 luglio 2024 – Sequestrati 700 chili di molluschi, irregolarmente pescati lungo il litorale di Ancona, tra il Parco del Cardeto e il Passetto.

L’operazione, effettuata dal Roan (Reparto operativo aeronavale) della Guardia di finanza col supporto della Guardia costiera, ha portato a stanare il pescatore abusivo. Per lui multa da oltre 21mila euro. Dopo il sequestro di 4.000 esemplari di ricci di mare della scorsa settimana, è scattato un nuovo blitz. Questa volta i finanzieri, impegnati in un servizio volto al contrasto dei traffici illeciti via mare e del bracconaggio ittico con l’impiego dei mezzi navali e di pattuglie a terra, in collaborazione col personale della Guardia costiera, hanno avvistato di notte un’imbarcazione sospetta, a luci spente.

A bordo c’era un individuo intento in attività di pesca. Al rientro al porto, le pattuglie del Roan hanno dato il via ad un accurato controllo.

Secondo le ricostruzioni, i militari accertavano la presenza a bordo dell’ingente quantitativo di vongole, già confezionato in 70 sacchi da 10 chili ciascuno, per complessivi 700 chili, pronto per essere immesso illegalmente sul mercato, in quanto privo dei documenti di tracciabilità e salubrità.

Oltre al sequestro del prodotto ittico e delle attrezzature da pesca, al pescatore, sprovvisto di licenza, venivano contestate numerose violazioni, tra cui la detenzione abusiva di prodotto ittico, l’esercizio della pesca di vongole in tempo non consentito con attrezzature vietate e il superamento del quantitativo consentito. Il risultato: sanzioni amministrative per oltre 21.000 euro. Il prodotto è stato poi re-immesso in mare in quanto vivo e vitale. Questi servizi, condotti in sinergia tra Guardia di finanza e Guardia costiera, sono necessari per la salvaguardia dell’ambiente marino e per la tutela della salute dei consumatori che, come in questo caso, potrebbe essere messa a rischio dal consumo di prodotti pescati in zone vietate, senza i previsti controlli sanitari e i documenti di tracciabilità. Servono anche a impedire la concorrenza sleale della filiera ittica, a danno degli onesti pescatori professionali e degli operatori commerciali del settore.