PIERFRANCESCO CURZI
Cronaca

Vivere con la paura. Viaggio coi dannati dell’Aspio: "Qui nessuno viene a pulire. E noi abbiamo perso tutto"

L’alveo dopo l’alluvione di quindici giorni fa è ancora pieno di detriti e piante di ogni tipo "Quando c’è l’allerta non si dorme e stiamo tutti alla finestra. I danni? Chissà se ce li pagano".

Vivere con la paura. Viaggio coi dannati dell’Aspio: "Qui nessuno viene a pulire. E noi abbiamo perso tutto"

L’alveo dopo l’alluvione di quindici giorni fa è ancora pieno di detriti e piante di ogni tipo "Quando c’è l’allerta non si dorme e stiamo tutti alla finestra. I danni? Chissà se ce li pagano".

Lungo la sponda destra dell’Aspio, nella parte osimana della frazione divisa in tre comuni, i tecnici chiamati da Autostrade per l’Italia stanno correndo ai ripari. L’alluvione di metà settembre ha fatto danni, messo in ansia la popolazione e con lo spauracchio dell’allerta meteo e la pioggia tra mercoledì sera e ieri mattina tutto poteva accadere. La prima ondata di piena due settimane e mezzo fa ha sgretolato gli argini del torrente a due passi dal ponte dell’A/14 e la legge parla chiaro: le aree attigue alla rete autostradale sono di competenza della società che ne gestisce profitti e responsabilità. "Stiamo verificando la tenuta del terreno attraverso analisi e carotaggi in vista della realizzazione di una palizzata e di una parete protettiva contro le future, eventuali esondazioni" spiega uno degli addetti all’intervento.

"O puliscono il fiume con continuità o tirano su quella protezione, altrimenti qui noi non dormiamo più tranquilli – raccontano alcuni residenti della zona interessati ai lavori – L’Aspio l’altra volta ha esondato verso sinistra e noi ci siamo più o meno salvati, ma ogni volta c’è da stare col fiato sospeso e non va bene". A parte la rete sotto il ponte dell’autostrada per limitare il passaggio verso il fiume, travolta dalla piena del 16 settembre e rimessa in piedi, di altri lavori nella zona dell’Aspio non se ne vedono. Lungo le strade ci sono ancora i cumuli di macerie e rifiuti provocati dall’alluvione di metà settembre, dai mobili agli oggetti resi inutili dal fango. Spostandoci verso la zona di Aspio Terme, dove i confini comunali sono davvero intricati tra Ancona, Osimo e Camerano, ci si rende conto di come possano vivere i residenti travolti dalla piena di acqua e fango la notte in cui il torrente ha esondato sotto il ponte attiguo al casello di Ancona Sud: "Stanotte l’ho passata alla finestra, gli occhi spalancati a guardare il cielo e la pioggia – ammette Daniela Carnevali, residente in una delle case vicine alla rotatoria dell’Ikea finite sott’acqua – Per fortuna era una pioggia leggera e non a secchiate come l’altra volta quando siamo stati svegliati dal rombo della piena. Casa mia è a livello del terreno, sto ancora cercando di pulirla e sistemarla, ma a parte la cucina il resto non è ancora abitabile. Per dormire uso quella casa lì che mi è stata prestata dai proprietari che in questo periodo si sono trasferiti a Marcelli".

Dall’alluvione alla paura per l’allerta ‘arancione’ di ieri praticamente non si è visto nessuno: "Lei pensi, abbiamo chiesto al Comune di Camerano di farci avere dei sacchi da mettere davanti alle porte dopo che ci avevano comunicato l’imminente allerta per ieri sera (mercoledì sera, ndr), ma non c’è stato verso. Siamo dovuti andare in cerca e comprarne i pochi disponibili. Vivere così non è giusto, specie le famiglie di quest’area, una decina nel complesso. Abbiamo perso tutto, dalle auto alla mobilia, gli oggetti di valore affettivo, le foto, un disastro. Io personalmente ho raccolto tutte le prove sui danni e portato il materiale per la richiesta di risarcimento al Comune che poi la girerà alla Regione. La stima dei danni? Non meno di 35mila euro, ma chissà quando e se vedremo i soldi".