
La donna spegneva le sigarette addosso al compagno disabile, lo picchiava e insultava costantemente fino a che lui non l'ha denunciata
Ancona, 24 marzo 2025 – Mortificava il compagno disabile spegnendogli anche le sigarette addosso. “Sei un fallito, vai a dormire o ti faccio vedere io”. Vittima un uomo di 67 anni, con una invalidità accertata al 75%. I soprusi, andati avanti tra il 2019 e l’estate del 2020, li avrebbe ricevuti dalla donna che credeva di amare e con cui ha convissuto nella prima periferia del capoluogo dorico.
Lei, 54 anni, originaria della Sardegna, era avvezza ad alzare spesso il gomito e poi, proprio sotto l’effetto dell’alcol, perdeva la lucidità e anche ogni valore sfogandosi sul compagno, troppo indifeso per fermarla.
La compagna è finita a processo per maltrattamenti aggravati in famiglia e dopo una condanna avuta già in primo grado, a quattro anni di carcere e 10mila euro di risarcimento da dare alla vittima, è arrivata la sentenza anche in Appello.
La Corte, nei giorni scorsi, ha confermato il verdetto e quindi i 4 anni per l’imputata, difesa dall’avvocato Alessia Bartolini. Il disabile, stando alle accuse, l’aveva accolta in casa con amore. In un anno di convivenza invece avrebbe subito di tutto, persino ustioni sul corpo per le sigarette che la compagna le spegneva sulla pelle.
Lei gli avrebbe dato del fallito e del pedofilo ingiustamente. La vittima, parte civile con l’avvocato Jacopo Saccomani, si era rivolta ai carabinieri per denunciarla e allontanarla dalla sua vita. Violenze fisiche ripetute, minacce, ingiurie, mortificazioni morali. I due si erano conosciuti nel 2015 e poco dopo era nata una relazione sentimentale al punto di andare a convivere. L’uomo sarebbe stato preso a calci e a pugni e avrebbe subito anche sputi addosso.
A settembre 2019, dopo l’ennesima lite, lui le aveva detto di lasciare casa sua ma lei si era opposta. Hanno continuato altri mesi di convivenza poi c’è stata la denuncia che lo ha messo in salvo.
Nel corso del processo di primo grado c’era stata una perizia per accertare se l’alcolismo dell’imputata incidesse sulla sua capacità di intendere e di volere ma questo era stato poi escluso. Dopo la denuncia lei è tornata al suo paese. Le motivazioni della sentenza di appello usciranno tra 90 giorni e la difesa potrà ricorrere in Cassazione. L’imputata ha sempre respinto le accuse, i due avrebbero avuto incomprensioni reciproche.