
L’ostello villa Borgognoni
Jesi (Ancona), 16 ottobre 2014 - Tutti i tentativi di salvare l’ostello villa Borgognoni sono andati a vuoto. Chiude i battenti il 31 ottobre, la cooperativa sociale Opera (ex Zanzibar) che dal 2007 gestisce la bellissima struttura settecentesca di via Crivelli. Ieri ha annunciato la decisione “irreversibile” all’amministrazione comunale. Cinque le persone impiegate nella struttura che, da fine mese, entreranno in cassa integrazione. Il braccio di ferro con l’amministrazione comunale prima Belcecchi poi Bacci va avanti da anni: era il 2010 quando l’associazione SpaziOstello che organizza eventi e attività all’interno della settecentesca villa ha organizzato un sit-in Consiglio comunale. Poi era scattata anche una raccolta firme contro la vendita e alla fine si era arrivati ad un accordo per consentire alla cooperativa di tenere aperto l’ostello che è oramai un simbolo della città.
“Non ci sono più le condizioni – spiega il presidente della cooperativa Opera, Fabio Alessandrelli -. La gestione è precaria oramai da troppi anni per motivi burocratici oltrechè economici. Non ci sono prospettive future in termini contrattuali (la villa è stata ceduta alla società comunale di cartolarizzazione ProgettoJesi che per statuto non può concedere in gestione l’immobile, ndr) né la possibilità di una prospettiva a lungo termine per mettere in campo gli investimenti necessari a potenziare la rcettività della struttura. Sono due anni che la gestione è in perdita. Paghiamo un affitto annuo di 18mila euro e il contributo comunale si è sempre più ridotto fino a scendere a 10mila euro, comprensivo di convenzione per ospitare per conto dell’amministrazione persone a prezzo simbolico. Dal 2013 non abbiamo più la convezione per le famiglie in difficoltà con l’amministrazione comunale né con la Asp. Sommato al difficile momento economico siamo stati costretti a prendere questa triste decisione. Avevamo anche chisto di soprassedere all’affitto per alcuni mesi, ma nulla”. La decisione ad oggi “è irreversibile”.
A meno di ripensamenti in extremis della giunta Bacci. “L’unica via per rivedere la decisione – conclude Alessandrelli - sarebbe avere una proposta di gestione formale e diversa che ci consenta di investire e rendere più attrattattiva la struttura”. Chiusa l’esperienza della cooperativa Opera (dunque anche tutti i corsi e attività di associazioni che ospita quotidianamente) difficilmente si potrà affidarne la gestione di villa Borgognoni ad altro soggetto per le stesse ragioni burocratiche riscontrare dalla prima. Ed ecco che torna l’ipotesi vendita per la bella villa con giardino che fa gola nonostante il difficile momento e che potrebbe portare una ventata di ossigeno importante (si parla di 4 milion di euro) nelle casse comunali.