GIACOMO GIAMPIERI
Cronaca

Viaggio nel quartiere più a rischio: "Ma non serve la militarizzazione"

Opinioni a confronto tra chi lo vive quotidianamente: "In questo periodo qui c’è una seria emergenza"

Viaggio nel quartiere più a rischio: "Ma non serve la militarizzazione"

Opinioni a confronto tra chi lo vive quotidianamente: "In questo periodo qui c’è una seria emergenza"

"Paura no. O meglio, non ancora. Diciamo che io, quando avverto di avere delle persone dietro, mi giro e controllo. Poi al massimo cambio strada". Il pensiero di Guglielmo Bramucci sintetizza il clima che si respira, pur se in una mattina soleggiata, quella di ieri, al Piano San Lazzaro. La serata precedente, quella della domenica, era stata profondamente turbata dalla maxi rissa che avrebbe visti coinvolti un gruppo di somali e un altro di nigeriani, fino ad un accoltellamento ed una rapina ai danni di un 24enne, nell’area ricompresa tra il mercato e il parcheggio di piazza d’Armi. Un episodio, tra tanti, che contribuisce a generare un forte allarme sociale nella comunità. Specie nelle persone più in avanti con l’età che, per sentirsi più sicure, si appellano agli interventi delle autorità preposte: "Servirebbe più vigilanza", prosegue Bramucci. Al quale fanno eco le parole di Antonella Fiordelmondo: "Cosa vuole che le dica? Il problema non è più comunale, di questa o quella città. È molto più grande. E badate bene, non è soltanto una percezione d’insicurezza. Perché nella percezione non ci si muove, non s’interviene, non si risolve. Questa è la pura realtà. E a quanti fenomeni di violenza dobbiamo ancora assistere? A mio avviso, la presenza delle forze dell’ordine è essenziale. Quando vedo una divisa, mi sento al sicuro".

C’è poi il caso di Lanfranca Montenovo, temprata da 20 anni in corsia, da infermiera, nel reparto di rianimazione cardiochirurgia: "Se ne sentono troppe". O quello di Erina Maceratesi, che non solo accende il riflettore sul Piano, ma anche sugli Archi dove, lei, non va per nulla: "Non ci vado mai – esordisce –. Mentre qui, al mercato del Piano, vengo soltanto la mattina. In altri orari preferisco evitare". Quartieri in cui è forte la presenza di persone straniere, ma la questione non andrebbe affrontata con "una militarizzazione delle zone", come spiega l’ex presidente del Conero Lanfranco Giacchetti, quanto piuttosto "con un lavoro sinergico tra Istituzioni", dice. "Stringiamoci e troviamo le soluzioni perché la situazione comincia ad essere grave". Ed entra nel dettaglio: "Sono pianarolo di nascita – continua il rappresentante dei Verdi anconetani –. Non mi sono mai trovato in situazioni estreme e conosco anche molti extracomunitari. In questo periodo, però, c’è una seria emergenza sicurezza e sono a conoscenza di fatti la cui origine, però, proviene da lontano. Nella nostra città i migranti sono stati individuati tra Piano, Archi e stazione. Bisogna trovare una soluzione", alludendo a politiche di integrazione per il tramite del lavoro. Poi cita due episodi: "Uno è dettato dagli abusi di alcol. Sono uscito due giorni fa e ho visto 20 bottiglie di birra, contate, lanciate a terra. Gli eccessi sono spesso le cause di banali discussioni, che poi degenerano in aggressioni". Il secondo, invece, è "quando ho visto in via Pergolesi un soggetto poco raccomandabile sdraiato a terra che, al mio passaggio, si è alzato e si è messo a orinare tra i bidoni della spazzatura. In una città non può verificarsi". Fuori dal coro Gianna Perucci: "So come muovermi quando vado in giro. Non ho alcuna paura. Qui? Sono sicura".