
Il quartiere del cimitero monumentale è in un forte stato di degrado. Marciapiedi che si sgretolano, Verbena e Galassia in abbandono. Il largo dedicato a "Murtatela" è un immondezzaio a cielo aperto.
Povere Tavernelle: il quartiere dorico del cimitero monumentale va in pezzi, a cominciare da strade e marciapiedi. Ma le situazioni urgenti sono anche quelle dello stesso cimitero e di tutte le aree verdi di cui è ricco il rione che dalle Grazie si estende fino ai piedi del polo universitario di Montedago. I problemi cominciano nei parcheggi di via San Giacomo che servono proprio il luogo che ospita i defunti: rifiuti, bottiglie rotte, un cumulo di detriti alto un metro lasciato in bella vista, alberi che crescono a dismisura fin sopra la sede stradale, cestini pieni, manifesti gettati nell’erba alta, scalini staccati, e ancora marciapiedi e strade in pessime condizioni.
Basta fare due passi per arrivare davanti al cimitero, ed ecco un bivacco sopra una panchina: cartoni per dormire, sacchetti come cuscini, sotto acqua minerale e poche altre cose. C’è chi racconta di un senzatetto assistito dai servizi sociali che sta lì da mesi, quella panchina è casa sua. Storie d’ordinario disagio. I problemi di Tavernelle, però, sono ben altri. Il capolinea dei bus, sotto all’asse nord sud, non è un bel posto di mattina, in una giornata di sole, figurarsi nelle ore notturne. Gli escrementi dei piccioni sono ovunque e le strisce pedonali che dovrebbero condurre fino al cimitero costituiscono un bel tetris. Al capolinea, ma anche poco, oltre marciapiedi devastati che si sgretolano e che ospitano nelle intercapedini rigogliose piante infestanti alte più di mezzo metro, veri e propri cespugli ornamentali e fioriti. D’altra parte è primavera. Così pure le siepi di pitosforo che sono così abbondanti da invadere il marciapiede. La situazione del verde pubblico è allarmante: lo stesso, infatti, succede al parco Verbena e al Galassia, ma anche al parchetto di via Foscolo, o all’area verde di via Gioberti. Le Tavernelle abbondano di verde cui servirebbe solo un po’ di manutenzione, quella cui provvedono spesso e volentieri i cittadini, che però se in alcune porzioni provvedono a tagliare l’erba, non possono certo rifare percorsi pedonali, scalinate, pavimentazioni, né svuotare i cestini.
Al parco Galassia si fatica a camminare sui percorsi pedonali proprio a causa della vegetazione che tende a sommergere gli stessi. In via Petrarca da una parte il cantiere Erap con un mezzo giallo abbandonato tra la vegetazione, pochi metri sopra, dietro una struttura in mattoni che è una cabina elettrica, un improvvisato rifugio per gatti e immondizia sparsa qua e là, un sacchetto da cui spuntano scarpe da tennis, un passeggino, un portabici gettato nell’erba alta mezzo metro. E’ il degrado che avanza. Poco sopra una breve salita conduce a largo Saviotti e a via Tavernelle: un cantiere edile occupa parte del passaggio pedonale con un’impastatrice e altri materiali edili sparsi, il largo dedicato alla figura dello scomparso pittore Murtatela è un immondezzaio a cielo aperto, su un lato tre panchine sono completamente inglobate dal cantiere della casa in ristrutturazione. Tutto regolare? Nelle fioriere di fronte solo piante infestanti. Insomma, non è un bello spettacolo. Al resto ci pensano l’ingresso decorato in ogni modo del parchetto di via Foscolo, coi muri che si sgretolano, e le condizioni di via Gioberti: anche qui un’area verde davanti al circolo "sorvegliata" da una fila di con bottiglie di birra allineate come in un supermercato, ma vuote, e un fondo stradale che sembra uscito da un film postapocalittico.