GIUSEPPE POLI
Cronaca

Viaggio nei quartieri. Poca grazia alle Grazie. Villa Beer è il simbolo del degrado che avanza

Il parco dello storico edificio è ormai in pessime condizioni e senza interventi. Le strade anche centrali sono davvero indecorose e i marciapiedi tutti rotti. Ma il trionfo dell’incuria arriva alla piazzetta delle "Staffette Partigiane".

Il parco dello storico edificio è ormai in pessime condizioni e senza interventi. Le strade anche centrali sono davvero indecorose e i marciapiedi tutti rotti. Ma il trionfo dell’incuria arriva alla piazzetta delle "Staffette Partigiane".

Il parco dello storico edificio è ormai in pessime condizioni e senza interventi. Le strade anche centrali sono davvero indecorose e i marciapiedi tutti rotti. Ma il trionfo dell’incuria arriva alla piazzetta delle "Staffette Partigiane".

Villa Beer è la fotografia del quartiere delle Grazie, che di grazia, nel parco dello storico edificio, tra l’altro restaurato dalla fondazione CariVerona nel 2005, ne mostra ben poca. Potrebbe essere un luogo bellissimo, invece è un incubo. Anche in una giornata di sole mostra le sue ferite: l’erba alta mezzo metro, vicino a un tavolo da picnic un cestino dell’immondizia che si erge come un totem all’insegna del degrado e dell’inciviltà, pieno zeppo di rifiuti, anche a terra, in mezzo alla vegetazione. Sopra campeggia una bottiglia di birra vuota. Un orrore. Magari qualcuno ha festeggiato, pensando bene di lasciare tutto lì. E non pulisce nessuno. Poco vicino c’è un’area riservata ai cani, ma naturalmente c’è chi preferisce liberare il proprio animale altrove, a pochi passi dai giochi per bambini. L’edificio storico è tutto chiuso, sigillato, circondato dalla recinzione arancione. Ma le finestre del primo piano sono quasi tutte infrante: appena due quelle coi vetri intatti, dalle altre possono entrare volatili e gatti con facilità. Non persone, almeno, visto che sono tutte protette da inferriate.

Il resto del quartiere sembra apparentemente tranquillo e accogliente, negozi in via Grazie come in via Torresi, in mezzo una parrocchia attiva, con tanto di impianti sportivi. Le strade principali mostrano una condizione dell’asfalto pietosa, e intorno non è certo meglio, basta spostarsi nelle vie limitrofe per immergersi nel degrado totale: tratti d’asfalto che non c’è più, come in via Camerano, ma anche in via Ciavarini, oppure porzioni di marciapiede completamente distrutte, pericolose per chi ci cammina. E poi ancora muretti pericolanti o lesionati – come quello del Germondari, con una crepa larga due dita –, addirittura un enorme edificio, quello dell’ex Telecom, che appare completamente disabitato, con il cartello affittasi. Ovunque strade in pessime condizioni. Ma il trionfo del degrado arriva nella zona più bassa, quasi al confine con il Piano, intorno alla piazzetta e parchetto Staffette Partigiane. Intorno a un’area di recente realizzazione, con i giochi per i bimbi frequentati a ogni ora, un parchetto che è il regno dell’orrore, certamente peggiore di Villa Beer: anche qui l’erba è alta mezzo metro e arriva alle sedute delle panchine. Ovunque scritte, sgorbi, graffiti, erbacce, muffa. Eppure in alto ci sarebbe anche un grazioso campo da pallacanestro. Invece, racconta chi vive la zona, è il regno dello spaccio.

Verso il parcheggio la stradina per scendere dal parchetto sembra il greto di un torrente. Appena scesi vicino agli stalli delle auto un’altra magnifica scoperta: una cabina dell’energia elettrica con un’anta divelta e appoggiata al suo interno, dove si vede il contatore con la scritta "Illuminazione pubblica AnconAmbiente": chiunque potrebbe staccare il contatore, magari per scherzo. L’anta è rotta da anni, dicono, e il problema è stato segnalato più volte. Ma non l’aggiusta nessuno. Comunque anche le altre ante sono rotte: magari è stata l’ultima grandine, oppure qualcuno s’è divertito. Poco più avanti anche le ante dei contatori dell’acqua sono divelte e appoggiate. In mezzo alla piazzetta i giochi, le altalene, le panchine e l’erba incolta. Da Villa Beer a parco Staffette Partigiane, da via Grazie a via Torresi, passando per via Camerano, il quartiere mostra le stesse sofferenze e invoca l’aiuto di chi è chiamato a intervenire.