Siamo riusciti a vedere in anteprima il finto campo da tennis che è stato costruito dalla Indigo Film, abbattendo gli alberi alle Terrazze di Portonovo, ovvero "eliminando gli elementi vegetali nell’area dell’intervento", come richiesto dalla produzione all’amministrazione comunale. Un campo di terra rossa sorge al posto dell’habitat presente fino a poche settimane fa. Scomparse le panchine, scomparsi i giochi per i bambini, ma soprattutto scomparsi i lecci. Al loro posto una pedana di 22 metri per 10,5, allestita per costruire uno dei set del film "Il maestro" di Alessandro di Stefano, con Pierfrancesco Favino, trasformando l’area protetta del Parco del Conero in un simulacro del Roland Garros. La baia di Portonovo era deserta a causa del G7, quando ieri siamo andati a controllare. Nel mare, a poche centinaia di metri dalla riva, le motovedette pattugliavano le coste. Ogni tanto un suono di sirena, come un segnale d’allarme. Chi ha chiesto di deturpare questo luogo così amato e chi lo ha autorizzato, non ha tenuto conto dell’angoscia che l’intervento avrebbe potuto provocare. Esiste persino una parola, entrata nella lingua italiana nel 2018, in seguito alla diffusione dei disastri ambientali provocati dal cambiamento climatico, per questo stato psicologico: è la "solastalgia", uno stato di angoscia che affligge chi ha subito una tragedia ambientale provocata dall’intervento maldestro dell’uomo sulla natura.
I tronchi tagliati e le fronde abbattute, ormai secche, intorno al finto campo da tennis sono tutto ciò che resta di quei "lecci che si ostinavano a crecere resistendo ai venti e alla salsedine", come scritto dal Circolo Pungitopo e da Legambiente Marche Aps nel comunicato inviato alla stampa giovedì. Quegli organismi viventi, continua Legambiente, "rappresentavano l’avamposto di un bosco che seppure strapazzato vale molto di più di qualsiasi pellicola o attività di promozione turistica". Su tutta l’area, salta all’occhio la mancanza di segnaletica: a parte i cartelli di "Vietato l’ingresso" e la targhetta di Ripanti Edilizia sulle reti metalliche, nulla è dato sapere su quel cantiere, su quell’area concessa da un ente pubblico a una società privata. Abbiamo chiesto all’assessore Angelo Eliantonio, che ha la delega all’Edilizia privata, se è stata rilasciata dal suo servizio un’autorizzazione per i lavori.
"L’area su cui insiste l’allestimento temporaneo", ci ha risposto, "è stata concessa in uso esclusivo alla Indigo, con procedura di occupazione suolo pubblico". Il sindaco Silvetti ce lo aveva anticipato nei giorni scorsi: per l’autorizzazione all’occupazione del suolo pubblico sono stati pagati da Indigo Film circa 300 euro. "Il tipo di installazione, provvisoria e amovibile legata allo specifico evento delle riprese", ha proseguito Eliantonio, "non richiede il rilascio di alcun titolo abilitativo. Pertanto il Servizio Edilizia Privata non ha istruito alcuna istanza". E per gli scavi necessari a installare la piattaforma, con rimozione di suolo fertile, e taglio degli alberi? È stata rilasciata l’autorizzazione dall’ufficio verde al taglio degli alberi, in seguito al nulla osta del Parco del Conero? C’è stata una determina da parte del dirigente dell’ufficio preposto al taglio degli alberi? "Mercoledì approfondiremo", ha risposto l’assessore al Verde pubblico, Daniele Berardinelli.