Ancona, 20 ottobre 2021 - Vertenza Elica, prima il lungo corteo di 250 tute blu per la capitale, solidarizzando con gli operai Whirlpool di Napoli che lottano contro la chiusura dello stabilimento. Poi un sit-in lungo oltre 7 ore davanti al Ministero dello Sviluppo Economico mentre dentro proseguiva per oltre 4 ore la trattativa e alla fine quasi alle 22 la fumata nera. L’azienda ha lasciato sul piatto un saldo di 189 esuberi per arrivare a organico di 380 persone (a fronte degli attuali 560 attuali e degli inziali 409 esuberi proposti). Prosegue dunque ancora più forte la mobilitazione. "Non hanno proposto alcuna operazione di reshoring: dalla Polonia non rientra nulla" evidenziano amareggiati i delegati sindacali all’uscita dall’incontro. "Inutile giocare con i numeri e le persone: l’ azienda non vuole investire e non crede negli stabilimenti italiani" hanno aggiunto. Presenti al tavolo del Mise oltre alla viceministra con delega alle crisi industriali Alessandra Todde e i rappresentanti dei sindacati di categoria e della Regione Marche, l’Ad di Elica Giulio Cocci. La discussione, più volte interrotta, si è incentrata sulla delocalizzazione del 70% delle produzioni dall’Italia verso la Polonia con la chiusura dello stabilimento produttivo di Cerreto D’Esi. «Nell’incontro – commentano Fim, Fiom e Uilm – Elica ha fatto passi insufficienti, modificando solo in parte il piano industriale discusso in sede locale. Più in particolare nella proposta presentata dalla direzione di Elica, l’allocazione di alcuni modelli di vertical comporterebbe il recupero di appena 20 occupati, mentre altri 15 deriverebbero dalla internalizzazione da una lavorazione oggi fatta in conto terzi nella seconda metà del 2022. Il recupero di ulteriori 20 persone deriverebbe, infine, da una generica crescita del Tesla, altre 20 dal lancio di un nuovo prodotto sempre legato alla linea Tesla a metà 2023. Il sindacato può condividere l’idea di recuperare efficienza e competitività al fine di avere una fabbrica più solida, ma non il progetto di puro e semplice ridimensionamento". Il viceministro Todde rivolgendosi ai sindacati avrebbe detto come fosse palese un passo in avanti dell’azienda che sarebbe ingiusto non riconoscere. "A questo punto resta la mobilitazione – rimarcano i sindacati –. Domani (oggi, ndr) altra giornata di sciopero. Non potevamo piegarci. Il pensiero che i lavoratori fossero sotto al Palazzo da 4 ore senza sapere nulla ci ha fatto male e lo abbiamo riferito al tavolo. Per senso di responsabilità dopo 7 mesi di lotte non abbiamo rotto il tavolo, ma la discussione ricomincerà quando sarà incentrata sulle produzioni locali".
CronacaVertenza Elica Fabriano, dopo ore di summit la fumata è nera