Rimane vedova, senza figli e lascia tutto alla badante e al compagno di lei. Un patrimonio milionario tra denaro in contante, polizze assicurative e case. Pura beneficenza? No secondo un’indagine fatta dalla guardia di finanza dopo che i figli dei cugini, parenti di sesto grado, hanno sporto denuncia per circonvenzione d’incapace. Con la stessa accusa, in concorso e aggravata dalla elevata entità del patrimonio che supera il milione e mezzo di euro, in quattro rischiano un processo: la badante di 48 anni, il compagno di 59 anni, un funzionario di banca di 57 anni e un avvocato di 55 anni, tutti anconetani. La Procura, con il pm Rosario Lioniello ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti e ieri si è tenuta l’udienza preliminare per tutti gli indagati, difesi dagli avvocati Giulia Bongiorno (nella foto), Federica Battistoni, Francesca Petruzzo ed Ennio Tomassoni. Un’udienza servita a formalizzare la costituzione di parte civile della vedova ancora in vita, una 95enne anconetana, che oggi ha un amministratore di sostegno, rappresentata dall’avvocato Fabrizio Naspi e durante la quale è stata citata per responsabilità civile anche la banca per conto della quale lavorava il funzionario, un private banker specializzato in consulenza finanziaria (gli gestiva le polizze vita). Un quinto indagato, commercialista, nel frattempo è deceduto. Per la discussione l’udienza è stata rinviata al 21 maggio. Stando alle accuse la badante e il suo compagno, spacciato per suo fratello, avrebbero fatto terreno bruciato attorno alla parentela dell’ereditiera, isolandola da loro (era in pieno Covid) e facendole credere che a nessuno importasse di lei. La 48enne era stata assunta a gennaio del 2020, poco prima che morisse il marito della 95enne, per accudire il coniuge in ospedale. Dopo il lutto si è occupata della vedova, che aveva anche problemi di vista, per otto ore al giorno. Percepita la ricchezza di cui disponeva l’avrebbe indotta, tra gennaio 2020 e novembre 2020, a donarle l’abitazione dove abitava, fatta di due appartamenti, a farle un assegno da 350mila euro e ad includerla nel testamento come unica beneficiaria dove le lasciva le polizze assicurative del valore di un milione di euro e quattro abitazioni. La badante avrebbe avuto anche la disponibilità del bancomat dell’anziana, con il quale prelevava 2mila euro quasi ogni giorno, e la delega dei bonifici bancari con cui avrebbe girato somme ai figli e al compagno. In poco tempo le avrebbe prosciugato il conto corrente di 500mila euro. Per allontanare i parenti da lei l’avrebbe indotta a denunciarli per molestie. A novembre 2020 è scattata la misura cautelare del gip contro la badante che è stata allontanata dalla casa dell’anziana, giudicata poi in sede di incidente probatorio, vulnerabile e quindi non lucida nelle decisioni. Avvocato e funzionario indagati avrebbero, per l’accusa, agevolato le operazioni degli altri due. Per le difese invece due medici hanno attestato la capacità di intendere e di volere della vedova.
CronacaUn’eredità milionaria. Lascia tutto alla badante, i parenti non ci stanno: "Così è stata raggirata"