Una nuova opera d’arte per il Museo Omero: c’è il "Nudo di schiena"

Il Museo Omero esporrà il "Nudo di schiena" di Francesco Di Lernia, vincitore del Premio Catarsini, reinterpretazione tattile di un disegno su lastra di metallo. Cerimonia di prestito con presenza dell'autore e della Fondazione Catarsini.

Una nuova opera d’arte per il Museo Omero: c’è il "Nudo di schiena"

Il Museo Omero esporrà il "Nudo di schiena" di Francesco Di Lernia, vincitore del Premio Catarsini, reinterpretazione tattile di un disegno su lastra di metallo. Cerimonia di prestito con presenza dell'autore e della Fondazione Catarsini.

Il Museo Omero si appresta ad esporre una nuova opera d’arte. Si tratta del "Nudo di schiena" di Francesco Di Lernia, vincitrice del XXII Premio Catarsini, organizzato annualmente dalla Fondazione Alfredo Catarsini 1899. Dal 20 ottobre si potrà ammirare la creazione ispirata all’omonimo disegno su lastra di metallo dello stesso Alfredo Catarsini (1960 c.a.). L’opera è sì la reinterpretazione dell’originale, ma è stata resa tattilmente esplorabile proprio per un pubblico di ciechi e ipovedenti. Il "Nudo di schiena" fu premiato lo scorso maggio al Gran Teatro ‘Giacomo Puccini’ di Torre del Lago con la seguente motivazione: "Per aver reso tridimensionale un disegno eseguito su lastra di metallo dando volume con grande abilità al corpo femminile visto di schiena e mettendo in evidenza i segni della lastra che simulano un panneggio. La stessa materia di supporto è poi evidenziata e nobilitata ricreando in alto una texture frastagliata che rivela la sua ruvidità".

La cerimonia del prestito temporaneo dell’opera realizzata da Di Lernia al Museo Omero si svolgerà alla presenza dei responsabili dell’istituzione anconetana, di Elena Martinelli, Presidente della Fondazione Alfredo Catarsini 1899 e dello stesso autore. Da segnalare che l’opera è corredata da un testo descrittivo e da un codice QR con audio registrazione della descrizione adattata. L’altorilievo in terracotta patinata con il colore del bronzo ramato, è delle stesse dimensioni dell’opera originale e ripropone la stessa identica figura, creando però l’effetto ‘volume’.