Il Comune di Ancona ha accettato e svolto tutte le pratiche di un’eredità molto particolare, ma adesso si scopre che dal valore dell’immobile dovrà sottrarre una somma pari più o meno a un quinto per pagare i debiti condominiali. La vicenda, a lungo narrata dal Carlino nel corso dell’ultimo o anno, è quella legata a Dina Catalucci, una cittadina anconetana morta nel 2010 e proprietaria di una serie di immobili. Uno di questi si trova proprio alle spalle di Palazzo del Popolo, in via Frediani. Un bell’appartamento al terzo piano il cui valore catastale si aggira attorno ai 250mila euro. L’attuale giunta, attraverso il suo assessore con le deleghe a patrimonio e urbanistica, Angelo Eliantonio, ha seguito il carteggio per la donazione, poi nel settembre del 2023 il documento è stato portato in consiglio e approvato. Il Comune – al netto di una serie di atti, esposti e una storia tutta da ricostruire in cui sono coinvolti i pochi eredi della Catalucci –, valutata la situazione, ha quindi deciso di fare propria la donazione, rispettando una clausola importante espressa in vita dalla defunta: l’immobile sarebbe dovuto andare in favore dei poveri e dei diseredati. L’amministrazione dovrà dunque seguire quella volontà, in caso contrario l’atto stipulato sarebbe nullo. In attesa di capire cosa ci vorrà fare il Comune con quell’appartamento, lo stesso ha di recente prodotto una sorpresa tutt’altro che gradita all’amministrazione.
Da una stima presentata dall’amministratore di condominio dell’immobile di via Frediani sono emerse le quote di debiti appunto per le spese condominiali. Anni e anni di accumulo di spese che nessuno ovviamente ha mai saldato e che adesso presentano il conto, ossia quasi 40mila euro. I debiti della gestione condominiale sono a totale carico del Comune e la cifra in questione, per l’esattezza 39.884 euro, riguarda l’ammontare fino al 31 ottobre 2023. Non è chiaro se la necessità di pagare quel debito fosse chiara all’amministrazione comunale sin dal primo momento; sta di fatto che adesso la giunta, gli uffici, a partire dalla ragioneria, dovranno assolutamente reperire quella somma tra le pieghe di un bilancio di previsione che, come sempre per tutti i comuni, non sarà lacrima e sangue ma quasi.
p.cu.