PIERFRANCESCO CURZI
Cronaca

Una foresta di rovi ha inghiottito i resti della gru: lavori mai finiti

Il bianco candido, scintillante con il sole, ha ormai preso il sopravvento sul grigio degli scheletri abbandonati, mentre rovi e...

Il bianco candido, scintillante con il sole, ha ormai preso il sopravvento sul grigio degli scheletri abbandonati, mentre rovi e...

Il bianco candido, scintillante con il sole, ha ormai preso il sopravvento sul grigio degli scheletri abbandonati, mentre rovi e...

Il bianco candido, scintillante con il sole, ha ormai preso il sopravvento sul grigio degli scheletri abbandonati, mentre rovi e vegetazione selvaggia hanno avvinghiato in una morsa fatale i pezzi arrugginiti delle gru divelte. Siamo a Pietralacroce, nel cuore del nuovo insediamento immobiliare ‘APL 4 – Forte Altavilla’, tornato già a risplendere da qualche anno grazie all’impegno dell’impresa Vignoni che ha creduto nella possibilità di salvare un’area maledetta incappata in due fallimenti, ormai datati, a partire da quello del gruppo Lanari all’inizio del 2015. Oggi il nuovo quartiere ‘bianco’ che scruta a perdita d’occhio i Sibillini e il sud delle Marche vive un nuovo e inaspettato splendore; il grosso degli edifici è già abitato e alcune strade già asfaltate. C’è ancora da fare e l’alternanza tra edifici finiti e vissuti e quelli invece rimasti molto indietro, con le strutture corrose dal tempo, è evidente. Arrivati all’incrocio tra via Pietralacroce, sotto il Forte Altavilla (a due passi dal ristorante il Baffo) e via del Conero, il cancello del vecchio cantiere dove ancora campeggia la reclame di CoopCasa Marche in cui era evidenziato il lay out del futuro insediamento. Appena oltre, un roveto ha inghiottito i pezzi smontati della gru usata per avviare i lavori poi falliti. Di quel rendering affisso oggi restano i monconi delle palazzine, fondamenta e piani terra costruiti e sopra decine, se non centinaia di ferri arrugginiti che spuntano e guardano verso l’alto, quasi fosse la classica urbanizzazione delle periferie (barrios o favelas) nelle grandi capitali del sud America. A breve l’impresa riprenderà i lavori, sistemerà anche le strade, il sistema fognario, l’illuminazione pubblica e quel degrado, che in parte è ancora presente oggi, come per magia svanirà. Almeno si spera.