E’ affidata a un maestro ungherese grande esperto di belcanto italiano la direzione dell’opera che apre la nuova stagione lirica di Ancona.
E’ György Gyoriványi Ráth, che domani (ore 20.30, replica domenica alle ore 16.30) al Teatro delle Muse di Ancona è chiamato a guidare l’Orchestra Filarmonica Marchigiana nell’esecuzione del ‘Nabucco’ di Giuseppe Verdi scelta come opera inaugurale
Il nuovo allestimento della Fondazione Teatro delle Muse potrà contare anche sul Coro Lirico ‘Vincenzo Bellini’ diretto dal maestro Francesco Calzolaro e sull’Orchestra di Fiati di Ancona.
Il cast include alcuni tra gli artisti più interessanti della nuova generazione di cantanti verdiani: protagonista è il baritono Ernesto Petti, che interpreta Nabucco. Al suo fianco Rebeka Lokar (Abigaille), Nicola Ulivieri (Zaccaria), Alessandro Scotto Di Luzio (Ismaele), Irene Savignano (Fenena), Andrea Tabili (Gran Sacerdote), Antonella Granata (Anna) e Luigi Morassi (Abdallo).
Ma torniamo al direttore d’orchestra. Già sovrintendente e direttore musicale dell’Opera di Stato Ungherese di Budapest, Ráth è uno dei più autorevoli interpreti dell’opera italiana, che da anni porta nei maggiori teatri internazionali.
Maestro, di recente ha dichiarato che il suo ‘Nabucco’ sarà ‘molto italiano’. Cosa intendeva dire?
"Io ho sempre cercato di avvicinarmi alla tradizione del belcanto, lasciando il massimo spazio al cantato. Tanto più in un’opera come il ‘Nabucco’, che prevede un grande organico, in cui è notevole la presenza del coro. Ma il ‘Nabucco’ è anche la prima produzione verdiana che pone di fronte al direttore il problema della banda".
Lei è uno di quei direttori che resta fedele in modo assoluto alla partitura?
"In generale io cerco di rispettare il più possibile la partitura, pur tenendo conto delle nuove ricerche a livello critico. In questo caso l’obiettivo è stato quello di avvicinarsi al Verdi originale. Ad esempio, il coro del ‘Va pensiero’ viene eseguito come tutti lo conosciamo: largo, lento, pieno di espressione. Ma per l’ouverture, dove è ripreso il tema del coro, non è così".
Cioè?
"L’ouverture è in un tempo andantino, così che la musica è più ‘scorrevole’, con un che di rossiniano. Così la scrisse Verdi".
Il ‘Va pensiero’ è una delle composizioni più celebri e amate dell’intero repertorio lirico italiano. Sente una diversa ‘responsabilità’ quando lo dirige nel nostro Paese?
"Devo dire, innanzitutto, che sono felice di poter lavorare con il Coro Bellini, con cui mi sono complimentato. Credo che con un brano come il ‘Va pensiero’ sia importante approfondire il più possibile il testo, in modo da evitare il rischio di un’interpretazione che sappia di ‘routine’".
E con l’Orchestra Filarmonica Marchigiana come si è trovato?
"L’ho già diretta una prima volta a gennaio. E’ un’orchestra di alto livello, pronta a rispondere a ogni richiesta. E’ notevole anche il cast di questo Nabucco, composto da bravissimi cantanti. Senza contare che l’allestimento sarà interessante anche dal punto di vista visivo. Insomma, invito il pubblico a venire, perché sarà uno spettacolo memorabile".
Raimondo Montesi