Quando finisce un amore il cuore diventa come un paese che lentamente cede ai colpi dell’abbandono. Da questo parallelismo nasce "L’ultimo paese", il nuovo concept di Alessandro Pellegrini pubblicato da Isola Tobia Label (Mercadante editore) e disponibile nei formati digitale, digibox e digitale tangibile.
Cantautore, autore e compositore, Pellegrini nasce su una collina di Ancona nel 1987. Il suo primo incontro con la musica avviene a sei anni, quando decide fermamente di imparare a suonare il pianoforte. Poco più che adolescente scrive invece la sua prima canzone. Negli anni perfeziona i suoi studi frequentando una scuola di musica e imparando a suonare anche altri strumenti musicali – fra i quali la chitarra – mentre nel 2019 e nel 2020 si diploma come autore e compositore al Cet di Mogol. Da lì non si è più fermato.
"Questo concept album si muove su due storie parallele: il totale spopolamento di un piccolo paese e la fine di un grandissimo amore. Dentro le canzoni c’è una costellazione di riferimenti a situazioni vissute o immaginate, luoghi visitati o sognati, personaggi conosciuti o inventati. Con questo lavoro ho voluto raccontare nel dettaglio cosa si prova poco prima, durante e dopo un addio, dando stavolta a tutte queste emozioni anche un volto, una identità visibile, una forma, una importanza", racconta Pellegrini. Il suo obiettivo è suscitare emozioni raccontando e descrivendo attraverso la musica e i suoi brani sono spesso pensati e contestualizzati nella natura e in riferimento all’universo, sebbene mai strettamente legati al tempo e allo spazio. Nei testi l’artista privilegia una visione narrativa, al limite di una sceneggiatura cinematografica, esaltata da specifici accordi e da arrangiamenti talvolta orchestrali che non a caso, appunto, richiamano quelli delle colonne sonore dei film.
Un progetto discografico in particolare, ispirato a una vicenda autobiografica, racconta e descrive in 12 tracce la storia di un percorso personale senza strettamente ambientarlo nel tempo e nello spazio. Il paese abbandonato e la relazione sentimentale che lo ricorda potrebbero infatti essere in un luogo qualsiasi e di una persona qualsiasi. Il borgo protagonista è un paese immaginario, costruito come un rapporto d’amore, con mille sogni e mille progetti che tuttavia alla fine sono falliti, ma può anche essere lo stesso artista che si confronta con le conseguenze dell’abbandono, trovando rifugio e speranza nella natura, concretamente presente con i suoi suoni anche nell’arrangiamento musicale del progetto.
Silvia Santini