Ancona, 1 dicembre 2024 – Questo autunno si sta portando via foglie rare, che rendevano la nostra vita precaria più piacevole da sopportare, accanto a loro: dopo il grande editore Massimo Canalini, ieri è morto l’artista Umberto Grati. Occorrerebbe un ‘Codice Grati’, che, come il ‘Codice Canalini’, appena pubblicato da Giulio Milani per omaggiare il suo maestro editor, sappia svelare i segreti di ‘Umbi’, come era soprannominato da amiche e amici questo visionario pittore, scultore, illustratore e grafico, rinomato in tutta Italia.
"Il segreto è nella manualità”, mi diceva quando parlavamo della comune passione per il disegno, “anche se uso il computer per il lavoro, io non smetto di disegnare anche a mano”. Nel suo stile curvilineo, che conosce bene chi legge abitualmente la Settimana Enigmistica e Il Sole 24Ore, che campeggia nei suoi quadri e che ha reso uniche le locandine da lui realizzate per i più importanti festival anconetani degli ultimi trent’anni, la geometria si sfuma ai vertici e si anima per quel segreto che conoscono solo gli alchimisti del segno e del colore, come lui.
Nato ad Ancona nel 1964, Grati si diplomò all’istituto d’arte Mannucci e si specializzò nel 1984 in graphic design per la pubblicità a Firenze. Ha lavorato per le principali aziende e testate della nazione. Meno nota ma non meno significativa è la sua partecipazione all’attivismo associativo che a fine secolo lo portò a fondare in città, insieme ad alcuni dei maggiori musicisti, scrittori e artisti non solo locali ma nazionali, l’associazione Fahrenheit 451, con cui organizzò presentazioni di libri, mostre, come quella mitica su Andrea Pazienza, e altre iniziative, che contribuirono negli anni ‘90 a iniziare quel lento risveglio di Ancona, tuttora in corso.
Per anni ha reso inconfondibile l’immagine della cultura alternativa cittadina curando la grafica delle stagioni culturali con cui l’Arci locale ha rigenerato la Mole Vanvitelliana quando ancora era un umile Lazzaretto. Presenza silente ma assidua, assieme alla moglie Gemma Avio, in tutte le più importanti mobilitazioni sociali, ambientaliste e politiche della città, con la sua ironia, il suo impegno e la sua umanità Umberto Grati non è stato solo un modello di artista ma di cittadino e di uomo, che sopravviverà alla morte grazie alle sue opere.
Chi vorrà, lo potrà salutare alla camera mortuaria di Torrette, fino a lunedì, quando alla Chiesa del Sacro Cuore, ore 16, si terrà il funerale.