MARINA VERDENELLI
Cronaca

Uccise la moglie: confermato l’ergastolo

Tarik El Ghaddassi fuori dall’aula urla contro i giudici. La mamma di Ilaria Maiorano: "Nessuno mi ridarà mia figlia, ma giustizia è fatta"

Tarik El Ghaddassi mentre ascolta il verdetto con il capo chinato

Tarik El Ghaddassi mentre ascolta il verdetto con il capo chinato

La testa chinata in avanti mentre ascoltava il verdetto della Corte d’Assise d’Appello che per voce del presidente Luigi Catelli ha confermato per lui la sentenza di primo grado: l’ergastolo.

Jeans e camicia bianca Tarik El Ghaddassi è rimasto immobile, ieri mattina, per la durata della lettura del dispositivo deciso dalla corte per il femminicidio della moglie per poi sfogarsi una volta fuori dall’aula della Corte di Appello di Ancona urlando "giudice razzista, giudice di m...".

Uno sfogo prima che la polizia penitenziaria lo riportasse in carcere. Anche in secondo grado per Tarik, 43 anni, marocchino, è stato deciso quindi il carcere a vita per aver ucciso di botte Ilaria Maiorano, 41 anni, osimana, nell’abitazione di Padiglione di Osimo, dove c’erano anche le loro due bambine, minorenni.

L’omicidio risale alla notte tra il 10 e l’11 ottobre del 2022. La difesa di Tarik, rappresentata dall’avvocato Domenico Biasco, aveva chiesto nell’appello di non considerare un documento chiamato "analisi della scena del crimine", sui fatti avvenuti, acquisito invece dai giudici di primo grado.

L’utilizzabilità del documento ieri è stata esclusa dalla corte. "E’ un documento redatto dal Sis di Ancona (la sezione investigativa e scientifica dei carabinieri, ndr) – ha osservato l’avvocato Biasco – che per quanto riguarda la ricostruzione della sentenza di primo grado ha tracciato le linee guida degli accadimenti di quella notte. Escludendo quel documento non so quali siano state le risorse probatorie per descrivere i fatti come un omicidio volontario e confermare il trattamento sanzionatorio".

Per la difesa, uscite le motivazioni, sarà già motivo di un probabile ricorso in Cassazione. Tarik è stato riconosciuto responsabile di omicidio volontario pluriaggravato dalla crudeltà, dai futili motivi, dai maltrattamenti, dalla presenza delle figlie minorenni e da quella di aver commesso il fatto durante l’esecuzione di una pena visto che era agli arresti domiciliari per altra causa.

Avrebbe ucciso la moglie per gelosia cercando, stando all’accusa, di cancellare anche le tracce del reato. "Una evidenza palmare", l’ha definita il procuratore generale Roberto Rossi nella requisitoria. Oltre all’imputato ieri erano presenti in aula anche i familiari della vittima, il fratello e la madre, parti civili con l’avvocato Enrico Ciafardini. "Mia figlia non me la ridarà nessuno - ha commentato Silvana Salvatore, la mamma di Ilaria – ma almeno la soddisfazione che si è fatta giustizia per lei". L’avvocato Giulia Marinelli, parte civile per le figlie ha detto: "La ricostruzione dei fatti è univoca e porta in una unica direzione".

Marina Verdenelli