Un condominio di dodici famiglie rimasto con un cantiere in corso e le infiltrazioni di acqua dal tetto, un casale acquistato da una coppia per diventare un b&b che è rimasto un rudere, una casa nuova che non è stata mai costruita e una bifamiliare con la ristrutturazione rimasta a metà. Sono alcuni dei cittadini che non si sono visti terminare o nemmeno iniziare i lavori del famoso superbonus 110, partito come agevolazione fiscale nel decreto Rilancio del 2020 e che permetteva la detrazione del 110% delle spese sostenute a partire dal 1 luglio del 2020 per ristrutturazioni, efficientamento energetico e riduzione del rischio sismico degli edifici. Sono gli esodati del superbonus che ieri, con una loro rappresentanza, sono stati ricevuti dal presidente del consiglio regionale Dino Latini per chiedere un intervento della Regione su un problema che sta riguardando centinaia di famiglie in tutte le Marche.
Il Carlino li ha incontrati in piazza Cavour, prima che salissero ai piani alti, per conoscere la loro situazione. "Io e la mia compagna abbiamo acquistato un vecchio casale a Massignano – ha spiegato Antonio Rocca – trasferendoci a vivere nella frazione anconetana da Torino. Abbiamo aperto un mutuo che stiamo pagando e nel frattempo viviamo in affitto, con una ulteriore spesa quindi sulle spalle a cui far fronte. Sognavamo di realizzare un b&b, un progetto di vita che sta sfumando perché non possiamo nemmeno far partire il cantiere. Intanto abbiamo dovuto attendere due anni prima che ci arrivasse il permesso per la demolizione. Ora è difficile trovare ditte che iniziano i lavori perché non si trova nessuno per la cessione del credito. Niente ditte, niente cantiere. L’alternativa sarebbe rivenderlo".
A Loreto una casa bifamiliare aveva iniziato la ristrutturazione normale. "L’ingegnere poi ci ha consigliati il superbonus – ha raccontato Paolo Pagnotta – noi abbiamo preso un prestito per iniziare i lavori approfittando in parte della legge che ci permetteva di aggiungere un cappotto termico, finestre nuove, impianti energetici non a spese nostre. Siamo arrivati solo alla ristrutturazione del tetto. La casa è ancora tutta sventrata e se non si sblocca qualcosa sarà un problema finire i lavori. Stiamo già pagando un mutuo. Anche per noi il problema è la cessione del credito".
Nessuna ditta inizia o prosegue i lavori se non ha certezza che con il superbonus verrà pagata. L’alternativa sarebbe far proseguire i lavori di tasca propria chi li ha avviati ma si tratta di molti soldi che le famiglie non hanno.
A Porto Recanati una palazzina in via Mar del Plata, aveva iniziato i lavori a novembre del 2022, a luglio di questo anno si sono fermati e non sono più ripresi. "Abbiamo chiesto i motivi al responsabile del cantiere – ha detto - che inizialmente ci ha rassicurati, poi si è bloccato tutto. Servono 500mila euro per finire intanto subiamo infiltrazioni dal tetto per l’opera non finita e la palazzina è un cantiere a cielo aperto. Ci abbiamo messo anche un avvocato".
L’incontro con Latini apre spiragli. La Regione scriverà alle banche perché operino alla cessione del credito e si farà portavoce con il Governo a Roma.