
Via della Loggia è il centro dei problemi: una strada strettissima in cui nessuno rallenta. I resti delle terme romane sepolti da vegetazione. Bagni pubblici puliti, peccato che quello delle donne sia guasto.
Si fa presto a dire Guasco: il quartiere storico di Ancona che sale dal porto verso il duomo di San Ciriaco è un dedalo di vie e vicoli che vive differenti problematiche, attraversato da numerosi cantieri e in alcuni tratti abbandonato a se stesso. Gli scorci sul mare cozzano contro la totale assenza di punti di ristoro di cui potrebbero usufruire i turisti, e l’appeal che da un lato cerca la città non trova riscontro nello stato in cui versano alcune zone ricche di storia e di testimonianze, come i resti del porto romano a fianco alla passerella che fiancheggia la Casa del Capitano. Ma i problemi del Guasco sono principalmente quelli legati alla viabilità, al traffico, alle auto, all’insufficienza di parcheggi disponibili.
C’è via della Loggia, dove non rallenta nessuno e dove riuscire a camminare sembra diventato un optional, ci sono i vicoli con i mezzi parcheggiati ovunque e i vigili urbani che controllano e lasciano le multe, c’è una piazza Dante che da un lato si affaccia sulla nuova piazzetta completata dall’amministrazione comunale, dove però non c’è nessuno, e dall’altro è circondata da automezzi e motorini. Più su, partendo da piazza Stracca, ecco un cartello che indica fiero le terme romane, i cui resti, però, sono ben poco visibili, riparati da una misera tettoia di plastica e sopraffatti dalla vegetazione. Basta spostarsi poco più in alto e proprio davanti al museo archeologico delle Marche appare un cartello sbiadito che descriverebbe l’area archeologica in questione, quella del foro romano, visibile fino al Palazzo del Senato. Peccato che non si legga assolutamente nulla. Eppure di turisti in giro ce ne sono: giorni fa c’era un gruppo di studenti insieme a due accompagnatori seduto a godersi qualche tiepido raggio di sole sui primi gradoni dello scalone Nappi. Poco sopra, regolarmente in funzione e ben puliti, i bagni pubblici, gli unici a disposizione. Peccato che sulla porta di quello delle donne, però, ci sia la scritta "guasto".
Ancora più in alto, verso il duomo, i lavori in corso nel tratto conclusivo dello scalone Nappi procedono veloci, ma sull’altro lato non fanno bella figura le condizioni in cui versa la zona dove un tempo sorgeva il Bar del Duomo e dove si trova la parte più panoramica della scalinata. Il problema parcheggi è la croce di tutto il Guasco, soprattutto per i residenti: lo testimoniano, in piazza Stracca, le auto parcheggiate un po’ ovunque nonostante i paletti che delimitano gli spazi di passaggio riservati ai pedoni. Anche perché la stazione di monitoraggio della qualità dell’aria, dell’Arpam, che sicuramente deve stare proprio lì, occupa ben quattro stalli disponibili. Un problema presente anche più in basso, tra lungomare Vanvitelli e via Saffi, dove alcuni stalli ora sono destinati al Tar. D’altra parte i lavori in corso sono numerosi e sottraggono spazio ai parcheggi, ai pedoni e alla viabilità: è il caso di piazza Dante, per esempio, dove il numero di stalli è molto ridotto a causa del cantiere del sacello medievale e dove le auto parcheggiate in modo creativo, specie di sera, rischiano di bloccare il traffico. In via Pizzecolli, poi, i problemi principali sembrano quelli legati al degrado e al tempo che passa inesorabilmente. Edifici disabitati o fatiscenti, scritte e sgorbi sui muri, molti dei quali concentrati proprio sull’accesso allo storico vicolo Bonarelli, scrigno del Guasco. Non c’è da andarne fieri.