REDAZIONE ANCONA

Turismo, chiusi i due principali hotel cittadini

Crisi e Covid, lo Janus e il Gentile fermano la loro attività e così l’accoglienza perde un terzo dei posti disponibili sul territorio

La città perde i suoi due principali punti di riferimento per la ricettività con la sospensione a tempo indeterminato dell’attività sia dell’hotel Janus (78 camere), sia dell’hotel Gentile (90 camere). In totale circa 400 posti letto temporaneamente perduti per le vicissitudini dei due luoghi simbolo dell’attività alberghiera cittadina, finiti in affanno in contemporanea, tanto da non poter prevedere al momento se e quando avverrà la loro eventuale riattivazione.

Lo Janus, fatto costruire nel 1969 della famiglia Merloni, ha sospeso l’attività dopo la scadenza della convenzione tra il Tribunale fallimentare che segue il caso e la cooperativa che gestisce lo stabile da quattro piani di via Toti da sempre sede dell’albergo a quattro stelle. Dopo le precedenti battute andate deserte su una base di due milioni e mezzo di euro, in futuro sarà proposta una nuova asta per capire se ci saranno compratori interessati all’edificio che include anche due corti esterne e l’ampio ristorante, dove in passato si sono tenuti matrimoni, cerimonie ed eventi di gala. Stop a tempo indeterminato anche per l’hotel Gentile di via Di Vittorio, all’ingresso di Fabriano per chi arriva da Ancona. "L’attività è al momento sospesa", fa sapere lo staff legale che segue l’ultima gestione da parte di un gruppo imprenditoriale di fuori città. Del resto non è stato un periodo semplice per chi ha guidato negli ultimi tempi la struttura, prima con la vicenda della chiusura del centro per anziani Iris (ospitato proprio nei locali del Gentile) attraverso l’indagine portata avanti dai carabinieri e subito dopo con lo scoppio della pandemia che ha creato inevitabili disagi per tutto il sistema ricettivo. Ora, dunque, si è deciso di interrompere l’operatività del maxi albergo che, in attesa di eventuali sviluppi futuri, presenta un colpo d’occhio decisamente poco confortante con la chiusura di tutti i locali spalmati su più piani e ovviamente anche l’inattività nell’ampio spazio esterno. Due simboli dell’accoglienza fabrianese che segnano il passo in una città dove l’arretramento del distretto industriale ha portato come diretta conseguenza anche la netta diminuzione del pendolarismo di manager e dirigenti aziendali, ovvero la principale utenza dei due più capienti alberghi fabrianesi. Sarà, quindi, la prima intera estate senza più i due giganti alberghieri che da soli, a regime, rappresentavano circa un terzo della capienza totale dei posti letto sul territorio.

Alessandro Di Marco