GIUSEPPE POLI
Cronaca

Ancona calcio verso l’addio alla Serie C

L’altra sera Canil e la Nocelli avevano provato in extremis a coinvolgere un imprenditore per pagare le due mensilità mancanti da 450mila euro. Ma ieri la banca ha stoppato tutto, soldi già stornati.

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Non è ancora chiaro quale sarà il futuro dell’Ancona calcio e il sindaco Daniele Silvetti non nasconde le preoccupazioni e chiede "chiarezza, trasparenza e soprattutto rispetto per chi ha creduto fortemente negli annunci e nelle promesse". Il primo cittadino vuole "capire qual'è la situazione economico-finanziaria e patrimoniale della Società, capire soprattutto se c'è un qualche intendimento di continuare" ha spiegato ai microfoni di Etv aggiungendo che "adesso è il momento di chiudere ogni ipotesi bislacca, ma soprattutto ogni tipo di fumo che in realtà sta pregiudicando non poco il futuro sportivo calcistico della città".

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"C'è bisogno - ha sottolineato il Sindaco - che le forze sane della città si mettano intorno al tavolo. Io farò la mia parte da primo cittadino. Chiedo ai tifosi di esserci vicini in questo momento critico". Di sicuro "l'amministrazione deve dare la possibilità ai tifosi e alla città tutta delle certezze e attivarsi laddove ci fosse una discontinuità dichiarata dalla parte residuale della società che è ancora reperibile". Silvetti assicura che dialogherà con i tifosi, con i gruppi organizzati per condividere ogni passaggio da qui in avanti e si appella alla calma. Ad oggi "nulla è scontato" sulla possibilità di ripartire dalla serie D "perché è una corsa contro il tempo dobbiamo capire se ci sono le condizioni per ripartire, aumentando le partecipazioni che - sottolina - io auspico siano del territorio, perché abbiamo bisogno come l'aria di riappropriarci della situazione, e soprattutto i tifosi hanno legittime aspettative di vedere un futuro per la loro squadra".

Tsunami Tiong, niente bonifici ai tesserati, arrivederci serie C. L’Ancona ripartirà dalla serie D, nella migliore delle ipotesi. Questo è il quadro tristemente realistico che si prospetta davanti alla città dopo il tradimento di mister Tiong. Chi aveva letto i suoi recenti imbarazzi, le sue incertezze, la sua ritrosia a comparire, come un malessere crescente nei confronti della città e dell’Ancona, ci aveva visto bene. Idem per il suo interessamento verso altre realtà calcistiche, da Verona a Capodistria. Tony Tiong ha preso in giro una città intera, con a capo il sindaco Daniele Silvetti, e la lascia nel peggiore dei modi. Altro che retrocessione: una Caporetto in due giorni. L’epilogo è andato in scena tra martedì e ieri mattina e ha fatto seguito all’improvviso voltafaccia del presidente, che se fino a una settimana fa parlava di budget per il prossimo anno con Boscaglia e di campagne di marketing con il resto della società, nel giro di tre giorni prima ha detto di avere problemi di liquidità e di non poter onorare per intero la scadenza degli stipendi, poi ha fatto un ulteriore passo indietro e, infine, alle 15.30 di martedì pomeriggio ha detto che proprio non avrebbe pagato nulla. Tra l’altro non lo avrebbe detto lui, in videocall con Roberta Nocelli e Antonio Postacchini, quanto il suo intermediario Massimo Ficcadenti, pare, cioè lo stesso ex tecnico che starebbe trattando un suo possibile ingresso nel Verona. Chiaro il quadro, no?

A quel punto Roberta Nocelli e Mauro Canil hanno cominciato una corsa contro il tempo per trovare la cifra necessaria, circa 450mila euro, e per effettuare i bonifici. L’importo è arrivato in serata nelle casse dell’Ancona grazie a Mauro Canil e a un versamento effettuato da un imprenditore che si sarebbe dichiarato pronto a rilevare l’Ancona a costo zero. A patto, naturalmente, che risultasse iscritta in serie C. L’Ancona a quel punto ha provveduto a effettuare i bonifici nei confronti dei propri tesserati. Salvo scoprire, ieri mattina, che nessuna forzatura bancaria le avrebbe permesso di far risultare quei bonifici come emessi il 4 giugno, anche se pagati regolarmente entro quella data, attorno alle 23.30. Di qui lo storno dei bonifici stessi. Con la conseguente restituzione dell’importo versato al diretto proprietario, che non poteva pagare gli stipendi a una squadra che non può essere ammessa al prossimo campionato. Rinunciando al pagamento, dunque, l’Ancona ha rinunciato anche a compiere quel passaggio economico indispensabile per ottenere la licenza nazionale per il prossimo campionato di serie C, sapendo che mai quei bonifici sarebbero stati datati 4 giugno come richiesto dalle norme federali. Roberta Nocelli ci ha provato sino in fondo, insomma, senza prendere in giro nessuno, ma è stata costretta ad alzare bandiera bianca di fronte al voltagabbana Tiong, ai suoi miraggi di serie A, alla sua visione incomprensibile della realtà calcistica italiana e, soprattutto, al suo tradimento nei confronti di città e tifoseria. Arrivederci serie C, addio settore giovanile ancora in corsa per traguardi importanti, addio progetto di centro sportivo. Adesso toccherà al sindaco Daniele Silvetti e a Mauro Canil – se deciderà di mantenere fede alle promesse fatte tre anni fa alla Mole – trovare il percorso giusto per iscrivere l’Ancona in serie D.