di Silvia Santini
A lei avevano affidato i risparmi di una vita o l’eredità della cara zia investendoli magari per comprare immobili. Di lei si fidavano, la conoscevano da sempre fino a che si sono accorti che qualcosa non quadrava. C’è un’indagine in corso da parte della Procura su una ex operatrice finanziaria di Osimo accusata di aver condotto un’attività apparentemente illecita ai danni di quei risparmiatori. L’indagine è partita dopo le 20 denunce presentate da persone che appunto si ritengono truffate da questa donna. Ci sarebbero gli estremi per l’accusa di truffa con l’aggiunta di diversi reati collaterali, tra cui riciclaggio, esercizio abusivo della professione e sostituzione di persona. Il presunto raggiro ammonterebbe a quattro milioni di euro, la somma appunto dei risparmi a lei affidatole da tutte quelle persone che si sono rivolte agli avvocati per le querele. L’indagine è partita nel 2021 ma la donna sarebbe già stata attenzionata mesi prima. Avrebbe continuato a operare, anche se le era stato sequestrato il pc e nonostante la notifica del provvedimento datata luglio 2021, almeno fino alla seconda metà del 2022. Era stata prima sospesa infatti e poi radiata. Quando la Finanza ha effettuato il sequestro avrebbe trovato carte intestate di banche e account registrati a nome dei clienti, tipico di quello che si chiama "schema Ponzi".
In pratica la donna riscuoteva denaro dai suoi clienti: con una parte di quello avrebbe fatto finta di pagare cedole ad altri clienti appunto che continuavano a darle credito ma il denaro finiva altrove. Alla richiesta di averlo indietro non glieli avrebbe ridati. Non si conosce ancora dove sia confluito. Pare ci fosse anche un altro operatore finanziario coinvolto (fatto non ancora provato) con cui la donna avrebbe costituito una società di investimenti parallela pur continuando la propria attività ma di fatto sottraendo clientela a una nota banca che ha diverse filiali sul territorio. La donna insomma gestiva dal proprio ufficio la sedicente filiale di una banca milanese, mandava ai suoi clienti le comunicazioni periodiche e tanto altro ma era tutto finto. Chiedeva di fare un bonifico su un conto della banca ma i soldi sarebbero finiti su un conto di un privato magari a titolo di cedole. In più pare compilasse lei gli assegni e le distinte di pagamento.
A un solo studio legale si sono rivolte tre persone, una delle quali aveva affidato alla donna un milione di euro di eredità, volatilizzata. Ci potrebbero essere tanti altri risparmiatori coinvolti, ignari di quanto stia accadendo, che le avrebbero affidato cifre più piccole. Le indagini da parte della Tenenza della Guardia di Finanza di Osimo sono in corso per ricostruire quanto realmente accaduto con il coinvolgimento anche della Procura di Verona. E’ una tela complessa comunque da ricomporre per gli inquirenti che si stanno muovendo con grande cautela in questa fase molto delicata delle indagini.