di Sara Ferreri
Giacomo Mosca, è reduce dalla scuola di politiche di Cesenatico, perché ha deciso di partecipare?
"Ho deciso di candidarmi a partecipare a questo corso per cui sono poi stato selezionato, perché credo sia fondamentale un percorso formativo per tutti coloro che sono interessati di politica. Non si nasce ‘imparati’ e un corso di formazione politica che tocca tutte le tematiche di attualità come sanità, lavoro, ambiente, diritti, accoglienza e migrazione, Europa e tanto altro credo sia uno strumento ottimo per riflettere, elaborare pensieri, anche critici ed eventuali soluzioni dal punto di vista di coloro che saranno la classe dirigente del domani".
Cosa e chi l’ha colpita di più? "La passione comune che tutti i 250 ragazzi provenienti da tutta Italia hanno per la politica. È stimolante confrontarsi con così tanti giovani provenienti da contesti e realtà differenti dalla mia. Dopodiché, riuscire a entrare in contatto con figure istituzionali che hanno o che ricoprono nel nostro Paese o in Europa, un ruolo di grande rilievo, è fantastico. Ho avuto modo di conoscere e confrontarmi con Romano Prodi, ex presidente del Consiglio e presidente della commissione Europea, con l’ex ministro Enrico Giovannini, Maria Chiara Carrozzo, presidente del Cnr, Renaud Dehousse, presidente dell’Istituto Universitario europeo".
Cosa ha imparato di più importante?
"Che non si smette mai di imparare. Ci sono così tante realtà e situazioni da poter migliorare che per farlo, bisogna riuscire a capire come siamo arrivati all’oggi e quindi approfondire con uno studio dettagliato gli eventi che hanno portato quel risultato. Tra i tavoli di lavoro ho scelto Accoglienza e Migrazione perché stanno assumendo un ruolo centrale nella politica. Ho voluto approfondire possibili soluzioni e abbiamo sviluppato molto proposte che abbiamo inserito in un documento che a sarà pubblicato: ‘Carta Riciclabile’".
Cosa risponde a chi dice che i giovani oggi vogliono stare alla larga dai partiti?
"Che ci sia una diffidenza è un dato reale quanto preoccupante. C’è la necessità di far capire che non perché alcuni esponenti di qualsivoglia appartenenza politica si rendano noti per vicende non rispettose del ruolo che ricoprono, allora tutti i politici sono così, né tantomeno i partiti. C’è una frase che condivido: ’L’antipartitismo è una pessima ideologia per la democrazia che espelle dalla politica i cittadini ordinari e lascia in campo solo quelli che nella politica ci stanno per ragioni meno nobili di quelle di partito’".
L’hanno mai derisa per il suo impegno politico e civico?
"Non mancano battute ma sono il primo a riderci su. Il sindaco Fiordelmondo mi ha fatto piacevolmente notare come fossi il primo millennials ad essere stato eletto nel nostro Comune. C’è un’inevitabile apertura di una finestra di dialogo con tutta la generazione che rappresento".
Per lei la politica è anche divertimento?
"E’ parte di questo percorso. Ma userei piuttosto l’aggettivo ‘gratificante’".