REDAZIONE ANCONA

Tra caldo e mucillagini. Moscioli, strage di massa: "Ecco quattro soluzioni"

Il Cnr Ancona ha documentato un drastico evento di mortalità del mitile il 25. Esperti a confronto al convegno organizzato nell’ambito del festival Admed. .

Il Cnr Ancona ha documentato un drastico evento di mortalità del mitile il 25. Esperti a confronto al convegno organizzato nell’ambito del festival Admed. .

Il Cnr Ancona ha documentato un drastico evento di mortalità del mitile il 25. Esperti a confronto al convegno organizzato nell’ambito del festival Admed. .

"Durante le giornate del 25 e 26 agosto, i ricercatori di Irbim Cnr Ancona hanno documentato un drastico evento di mortalità di massa del mosciolo selvatico. L’evento è successivo al verificarsi di prolungate ondate di calore marine, registrate dalle boe del Cnr Irbim, con picchi di temperatura del mare superiori ai 30 gradi centigradi e fenomeni estesi di mucillagine". Un post drammatico a poche ore dal convegno che si è svolto nel pomeriggio di mercoledì nell’auditorium del Museo archeologico delle Marche nell’ambito del festival Adriatico Mediterraneo. L’evento, organizzato dal Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente Univpm, è stato aperto dall’intervento del prof Carlo Cerrano, docente di Zoologia alla Politecnica il quale ha tenuto a evidenziare la grande difficoltà ambientale in cui si trova tutto l’Adriatico. "Una situazione – ha detto – che riguarda entrambe le sponde ma anche il Tirreno e il Mediterraneo che non si è mai riscaldato come quest’anno. Il riscaldamento e le mucillagini hanno portato alla morte dei mitili". Mitili che in Croazia e nel Tirreno si allevano e che stanno morendo come da noi. Cosa può fare l’uomo? "Modificare i propri comportamenti, tutelare le aree attraverso la valorizzazione dei progetti di Rete Natura 2000, coinvolgere il tessuto sociale dei luoghi per creare un impegno comune. Il fine: sviluppare un network di parchi marini e rendere efficaci le misure di conservazione richieste dalla UE". Questo è il progetto Interreg Italia-Croazia che è stato illustrato negli obiettivi dal prof Cerrano e dalle esperte croate Barbara Colic e Ivana Jurin. Per noi interessa il monte Conero, la costa tra Ancona e Portonovo, Portonovo e la falesia calcarea a mare. Entrando nel merito del mosciolo, che sta soffrendo ovunque non solo a Portonovo, il CNR ha redatto un questionario per conoscere l’approccio dell’anconetano nei confronti del mitilo nostrano da cui è emerso un legame culturale molto forte e la conoscenza delle criticità che sta vivendo. Da questa prima indagine sono emerse 4 soluzioni possibili più una: "Non fare assolutamente nulla e vedere cosa succede; individuare un’area no take chiusa a qualsiasi tipo di pesca; ridurre il prelievo sia professionale che sportivo aumentando la sorveglianza; predisporre substrati artificiali sommersi per aumentare le superfici idonee all’insediamento degli organismi commerciali; chiusura della pesca per 2 anni sia sportiva che professionale valorizzando altri prodotti come le raguse". All’incontro è intervenuto Marco Zannini direttore del Parco del Conero che ha illustrato l’evolversi della proposta di Area marina protetta dal 1976 ad oggi. Angela Pezzuto del Direttivo Slow Food Ancona e Conero ha ribadito la necessità di tutela della risorsa con la cura dell’ambiente ma anche la protezione della comunità che trae sostentamento dalla sua pesca. A questo proposito è intervenuto Massimo Manganelli, pescatore storico della Cooperativa pescatori di Portonovo che ha sottolineato: "Istituire, una zona a substrati naturali per il ripopolamento sarebbe buona cosa".

Claudio Desideri