MARINA VERDENELLI
Cronaca

Torrette, raffica di colpi. Furti ai pazienti ricoverati. Condannato il ladro seriale

Dal 2017 al 2018 ha colpito in più reparti, il giudice: "Delinquente professionale". Si introduceva nelle camere per rubare borselli, bancomat, denaro e cellulari.

Le indagini sono state portate avanti dalla polizia

Le indagini sono state portate avanti dalla polizia

Mentre i pazienti ricoverati venivano portati a fare esami o in sala operatoria c’era chi si introduceva nelle loro camere, lasciate prive di qualsiasi controllo, per rubare borselli, bancomat, denaro e persino cellulari. Nel conto dell’Arsenio Lupin dell’ospedale erano finiti anche dei dipendenti del nosocomio. Una scia di furti avvenuti il 2017 e il 2018, a Torrette, che riguardò diversi reparti, Cardiologia, Cardiochirurgia, Pneumologia, Medicina generale. Gli effetti personali rimanevano incustoditi negli armadietti o nei comodini e un 65enne ne avrebbe approfittato. L’uomo è finito a processo per furto aggravato e indebito utilizzo di carte di credito, davanti al giudice Corrado Ascoli che ieri mattina lo ha condannato a tre anni e sei mesi definendolo, nella lettura del dispositivo, "un delinquente professionale".

La sentenza è arrivata solo per due dei quattro capi di imputazione contestati e relativi solo all’utilizzo indebito delle carte. Non ci sarebbero state prove sufficienti per attribuirgliene il furto diretto. L’imputato è originario di Rimini e avrebbe raggiunto il capoluogo dorico solo per rubare. Un ladro pendolare, stando alle accuse, che si intrufolava nelle camere quando malato o dipendente erano assenti. Dopo le prime denunce era stata la polizia a svolgere le indagini arrivando ad identificare il riminese. Tra i derubati anche una guardia giurata, ricoverata in Cardiochirurgia, beffata dal ladro mentre veniva operata al cuore. Il furto lo aveva denunciato il 21 di agosto del 2017. Tre giorni prima aveva avuto un infarto e lo avevano ricoverato d’urgenza a Torrette. Il paziente aveva lasciato il cellulare sul comodino e il marsupio sotto gli asciugamani. Quando era tornato in stanza la moglie gli aveva fatto notare che il telefonino non c’era più. Aveva controllato il marsupio ed era sparito anche il portafoglio con le carte, compreso il porto d’armi. Con il bancomat il ladro avrebbe fatto diversi prelievi trovando il pin tra i contatti in rubrica del cellulare. Era il primo nome trovato con la lettera A, da Anna, il nome della madre del derubato. Lo avrebbe trovato perché chiamando i numeri in rubrica aveva visto che era l’unico inesistente. In tutto il ladro aveva fatto 500 euro di prelievi, in vari sportelli, uno proprio a ridosso dell’ospedale e gli altri a Rimini.

Il 20 dicembre del 2017 è toccato ad una paziente ricovera in Pneumologia, con la stessa modalità. A lei erano stati portati via due bancomat con cui l’accusato avrebbe fatto prelievi fino a 1.700 euro. Al riminese la polizia era arrivata dalle immagini degli sportelli bancomat.