Torna lo "space rock" dei Rockets. La band in concerto alle Muse

Il nuovo album dei Rockets, "The Final Frontier", segna una svolta nella carriera della band francese ora italianizzata, che continua a mantenere vivo il culto attorno al loro iconico Space Rock. Fabrice Quagliotti racconta il ritorno in grande stile e anticipa il tour che li porterà ad esibirsi ad Ancona il 5 febbraio.

Torna lo "space rock" dei Rockets. La band in concerto alle Muse

Rockets: «The Final Frontier» è il nuovo album

"Time Machine doveva chiudere la carriera discografica dei Rockets, ma poi l’arrivo del nuovo cantante Fabri Kiarelli ha cambiato le carte in tavola e soprattutto ci ha dato la possibilità di ripartire dalle origini, da quello ‘Space Rock’ che è il nostro marchio di fabbrica da decenni". Fabrice Quagliotti racconta così "The Final Frontier", il nuovo album dei Rockets uscito il 31 ottobre e che continua ad alimentare il culto attorno a questa band francese, ma ormai italianizzata, che tra gli anni ‘70 e ‘80 spopolò grazie a un look da cartoon, la voce filtrata dal vocoder, un rock pieno di sintetizzatori vendendo milioni di dischi con brani come "Future Woman", "Space Rock", "One More Mission", "Electric Delight", la cover di "On the Road Again" dei Canned Heat e al super tormentone "Galactica".

Quagliotti è un uomo molto simpatico che da anni vive in Italia: "Insieme alla Russia, l’Italia è il Paese che ama di più i Rockets, io ci sto da Dio", racconta. Una domanda è inevitabile: ma i Rockets, che in febbraio saranno di nuovo in tour, indosseranno gli iconici costumi, immortalati nel 1996 da Elio e le Storie Tese a Sanremo nel 1996 nell’anno della "Terra dei cachi"? "Abbiamo dei costumi molto belli, firmati dalla nostra art director Katia Corsini, l’unica differenza sostanziale è che ora abbiamo i capelli: alla nostra età di solito si rimane senza, noi, che siamo stati tutta la vita rasati, invece li facciamo crescere".

Nonostante tutto, i Rockets continuano a essere un cult: "Dai 40 anni in su: direi che più che un cult siamo un fenomeno, magari un pò strano, ma siamo un fenomeno. All’inizio funzionava questo nostro Space Rock, era la stagione del Kraut Rock tedesco, c’erano i Kraftwerk, i sintetizzatori erano una novità, noi facevamo spettacoli con effetti speciali: non a caso uscirà un documentario su Amazon intitolato Fenomeno Rockets". Ma è vero che a causa dei vostri effetti speciali avete avuto incidenti piuttosto clamorosi? "Si è vero: molti anni fa a ‘Discoring’ avevamo dei bazooka che sparavano razzi e abbiamo colpito dei ragazzi in platea ed è scoppiato un caos. Poi usavamo anche delle enormi bombe al magnesio: una volta a Riccione un ragazzo si è avvicinato troppo, noi abbiamo cercato di mandarlo via, ma lui niente, stava là: alla fine si è bruciato barba e capelli. Era il figlio di un magistrato e noi abbiamo passato qualche ora in guardina". I Rockets saranno il 5 febbraio ad Ancona, al Teatro delle Muse.