CLAUDIO DESIDERI
Cronaca

Testimonianze e aneddoti. Da trattoria a icona storica: "Il miracolo del Passetto"

Presentato in Comune il libro di Maria Grazia Camilletti dedicato al noto ristorante "Piermattei pensò in grande concretizzando la speranza di Ancona per il futuro".

Presentato in Comune il libro di Maria Grazia Camilletti dedicato al noto ristorante "Piermattei pensò in grande concretizzando la speranza di Ancona per il futuro".

Presentato in Comune il libro di Maria Grazia Camilletti dedicato al noto ristorante "Piermattei pensò in grande concretizzando la speranza di Ancona per il futuro".

"Non è solo un segmento della nostra storia ma anche un regalo per Ancona. Ringrazio, a nome della città, per questo impegno. Volumi come questi sono importanti perché danno la possibilità di riscoprire la storia della città e con essa l’appartenenza, l’identità". Così Daniele Silvetti, sindaco di Ancona, in occasione della presentazione del libro di Maria Grazia Camilletti "Il ristorante Passetto. Un’icona nella storia di Ancona (1949-2010)". Edito da Affinità Elettive, il volume, che reca anche il logo dell’Istituto Gramsci Marche, è stato presentato nel pomeriggio di ieri nella sala del Consiglio comunale alla presenza di moltissimi cittadini. Ad aprire l’incontro Silvana Amati, presidente Istituto Gramsci Marche, cui è seguito l’intervento dell’autrice che ha raccontato l’avventura della sua ricerca iniziata nei documenti dell’Ancona del Dopoguerra: "Le famiglie allora guardavano al futuro. C’erano problemi alimentari, problemi per la ricostruzione ma ciònonostante un imprenditore, Piermattei, pensò in grande, concretizzando la speranza di Ancona per il futuro. Il locale fu inaugurato il 14 luglio del 1949 e da allora fu un successo. Il suo ideale erano eleganza e ricercatezza. Una severità assoluta regnava sul personale che prima di entrare in sala era controllato dalle mani alle scarpe, ai capelli". Aldo Roscioni che vi ha lavorato da giovane, racconta un episodio a proposito di un cameriere che aveva fatto diversi sbagli, Piermattei dalla collera ruppe una pila di piatti. A proposito dei tanti personaggi famosi che lo frequentarono, Roscioni ricorda anche Giorgio Amendola e Giancarlo Pajetta che da giovani vi pranzarono brontolando "che non si poteva mangiare davanti a quella roba lì" cioè ai fasci del Monumento ai Caduti.

Quello che attrae nel volume non è soltanto la storia del ristorante, raccontata nei minimi particolari alcuni dei quali non noti, ma anche la parallela storia di Ancona che la Camilletti, da storica professionista, descrive dal 1943 ai giorni nostri. Come ad esempio che negli anni Sessanta Ancona aveva 61 milionari e Piermattei era uno di loro. "E’ indispensabile raccontare storie e la memoria collettiva va sempre mantenuta" ha detto Marco Giovagnoli, docente di Sociologia economica all’Unicam che si è soffermato in particolare sulla storia sociale di Ancona: "Una città con il freno a mano tirato" l’ha definita.

A dar forza al libro i documenti raccolti presso l’Archivio di Stato e le testimonianze dirette di chi, come Aldo Roscioni, Giancarlo Magnarelli, Gualberto Compagnucci, Adino Messi, Ideale Carini e i famigliari eredi di Aldo Piermattei, ha vissuto l’incredibile avventura economica e sociale del ristorante Passetto. Niente è tralasciato nel raccontare la storia di questa icona della tradizione gastronomica della città da quando il Gobo de Tajarì, gestore della prima Trattoria Passetto introdusse per la prima volta nel menù lo stoccafisso all’anconetana a quando Piermattei, ogni giorno, con l’idrovolante volava in Istria per acquistare il pesce perché lì costava meno. Niente era impossibile come inviare dal ristorante con l’autista, ogni venerdì a Roma, due sfoglie, (sogliole) a Francesco Angelini.

Il volume è ricco di immagini, molte delle quali mai pubblicate e di una preziosa bibliografia come si addice ad una attenta e precisa ricerca storica. L’incontro si è chiuso con la testimonianza commossa di Alessandra Burattini Spadavecchia, che ha ricordato alcuni momenti della famiglia Piermattei.

Claudio Desideri