Terremoto, un anno dopo. In 750 ancora senza casa: "Neanche un euro di aiuti". Ma il Comune li rassicura

Una delegazione di sfollati anconetani in consiglio regionale per protesta. L’assessore: "Il problema Cas non esiste, pronta la procedura di liquidazione".

Terremoto, un anno dopo. In 750 ancora senza casa: "Neanche un euro di aiuti". Ma il Comune li rassicura

Terremoto, un anno dopo. In 750 ancora senza casa: "Neanche un euro di aiuti". Ma il Comune li rassicura

Domani sarà il primo anniversario dalle scosse che il 9 novembre 2022 hanno colpito le province di Ancona e Pesaro-Urbino, la più intensa di magnitudo 5.5. Ancona ha riportato i danni maggiori, al patrimonio pubblico (tra cui tre scuole), ma anche all’edilizia privata. Da quella mattina 750 anconetani sono fuori casa, tra cui Chiara Ianovitz, presente ieri mattina in Consiglio regionale per assistere alla seduta, con particolare interesse all’interrogazione urgente posta dal consigliere Dem Antonio Mastrovincenzo: "Dopo un anno ci troviamo nella stessa situazione in cui eravamo la mattina dopo il terremoto – attacca la Ianovitz – Non abbiamo ancora ricevuto un contributo per l’autonoma sistemazione (Cas, ndr) sebbene abbiamo fatto domanda e non è stato stanziato nessun fondo per la ricostruzione".

La Ianovitz è una delle circa 750 persone che hanno subito danni nelle Marche dopo le forti scosse di un anno fa. La questione è stata posta ieri in Consiglio regionale da un’interrogazione del Gruppo Pd, primo firmatario Antonio Mastrovincenzo. Sulle tribune una delegazione del Comitato 707, formato da persone danneggiate da quel terremoto. Ad Ancona il sisma ha lesionato oltre 60 edifici coinvolgendo 750 persone tra cui 131 ancora in situazioni improvvisate: "Le nostre case sono al macero e i danni in questo anno sono sicuramente peggiorati. Chiediamo che ci vengano dati dei fondi per ricostruirle – aggiunge la Ianovitz a margine della seduta – Alcune persone sono in affitto, altri vivono con familiari o amici, in albergo, ognuno ha cercato di arrabattarsi. Io ho trovato prima una sistemazione temporanea in una parrocchia, poi da alcuni familiari e di recente sono andata in affitto. Immaginavo che i fondi Cas sarebbero stati erogati per tempo, ma essendo ormai a un anno dal sisma ho scelto di trovare una casa. Adesso pago sia l’affitto che il mutuo. Potrei interrompere il pagamento del mutuo, ma avendone acceso uno che durerà ancora vent’anni non mi conviene".

Duro l’affondo in aula di Antonio Mastrovincenzo (Pd): "A un anno dal terremoto, non si è mosso nulla. Ancora le famiglie devono ricevere il Cas, è una vergogna. Vi vantate della filiera di governo ma non avete mosso un dito per attivarvi. La vostra filiera è solo un vento fasullo. La giunta comunale di destra, sul tema dei terremotati anconetani, è scomparsa dopo le elezioni vinte a maggio. Stanziare 4 milioni per la ricostruzione è offensivo, sono briciole. Le famiglie non possono essere trattate in questa maniera".

Oggi una delegazione dei terremotati del capoluogo sarà in Comune per avere chiarimenti sul pagamento dei Cas, mentre il grosso di loro manifesterà sabato pomeriggio in piazza Cavour: "Il problema Cas non esiste. Entro questa settimana emetteremo una delibera per avviare la procedura di liquidazione – rassicura il vicesindaco Giovanni Zinni – Il vero problema per i nostri terremotati sarà la ristrutturazione delle loro case e su questo aspettiamo notizie confortanti dal governo".

Nella risposta all’interrogazione l’assessore regionale alla ricostruzione, Goffredo Brandoni, ha ricordato tutti i passaggi amministrativi: "Dopo i 4,8 milioni di euro messi a disposizione ad aprile 2023, la Regione ha presentato al Dipartimento di Protezione civile un elenco di 147 interventi per circa 62 milioni di euro".