Ancona, 18 agosto 2024 – Il potere di avere un cellulare in mano. Fa credere di poter dire e scrivere ciò che si vuole, senza lasciare traccia. C’è chi ne abusa per lodarsi e autocommiserarsi. E c’è chi invece dà libero sfogo alle proprie frustrazioni.
Ne sa qualcosa Gimbo Tamberi che, fino a prova contraria nella sua carriera di atleta ha vinto tutto. A Parigi è andata indubbiamente male. E può anche darsi che Gimbo abbia anche esagerato un po’ nel fare la cronaca dei suoi malanni minuto per minuto su suoi profili Facebook e Instagram. Ma l’odio social non è mai giustificabile.
Tamberi in questi giorni è stato letteralmente massacrato. Gliene hanno dette di tutti i colori. Al punto che a qualcuno è persino venuto in mente di chiedersi se Tamberi non sia un campione costruito, a misura di social. Basta aprire l’ultimo post dell’atleta su Instagram. Un video delle ore di sofferenza, tra camera d’albergo e ospedale, alle prese con la colica renale, con un sottofondo musicale adeguato.
I commenti erano di questo tenore: “Anche basta con sto circo, hai rotto il c...” “Impara ad essere umile e ad accettare la sconfitta”, “Incommentabile, stucchevole, narcisismo patologico”. E molto più pesanti. Gli haters sono senza dubbio più di chi lo adora.
Su Gimbo, l’Italia intera si è spaccata: le disavventure di Parigi, finite sportivamente male, si sono incendiate sulla rete. La mamma di Tamberi, Sabrina Piastrellini, ex atleta e tifosa numero uno del figlio, ha condiviso sulla sua pagina Facebook la lettera di una giornalista, Deborah Dirani, che ha raccolto migliaia di like in tutta Italia. Dal titolo Oplà, disegnando nell’immaginario, un salto facile dei soliti benpensanti come farebbe Gimbo Tamberi: “Giudizi sul suo fisico asciugato di ogni cm di grasso in eccesso, sulla sua ostinazione a provarci lo stesso anche dopo essersi vomitato anima e sangue, in senso letterale e figurato, sulla sua ‘vanità’ social. Non c’è niente da fare, siamo sempre pronti a giudicare quello che non siamo capaci di capire”.
Mamma Sabrina, che non a caso ha cambiato lo sfondo della sua pagina con l’immagine del figlio in lacrime abbracciato a chi gli sta vicino, era a Parigi il giorno disgraziato della finale di Gimbo. “Preferisco condividere commenti positivi piuttosto che controbattere a quelli che sono pronti a criticarlo – dice mamma Sabrina – e non sanno i sacrifici che ci sono dietro. E’ stato solo sfortunato ed era giusto provarci perché aveva lavorato per questo. Molti hanno parlato a sproposito senza sapere cos’aveva e quanto stesse male”.
La mamma di Tamberi era presente già alle qualificazioni superate con fatica dal campione olimpico di Tokyo: “Povero figlio mio – aveva detto al nostro quotidiano – l’ho visto debole, sudava freddo”.
Dopo l’uscita di scena in finale sono state decine le persone che le hanno rivolto un pensiero gentile. Ma nel frattempo l’odio social verso Gimbo non si è mai fermato. Uno degli atleti più iconici e vincenti di sempre, deriso e sbeffeggiato. Non è un po’ troppo?